La presa delle stazioni si trasforma in un flop Il virus uccide 39enne
Una cinquantina di contestatori in tutto. Pochi anche i passeggeri lasciati a terra perché senza lasciapassare: «Saranno rimborsati»
Un flop. «La presa delle stazioni» annunciata da «Stop dittatura» per ieri, giorno di entrata in vigore del Green Pass anche su treni, aerei, navi e pullman a lunga percorrenza, in Veneto si è rivelata un clamoroso fiasco. Due manifestanti a Rovigo, una decina seduti tristemente per terra in attesa di rinforzi a Vicenza, altrettanti a Padova e a Mestre, nessuno a Belluno e a Peschiera del Garda, 14 a Treviso, con cartelli. A Verona il gruppo più numeroso: una ventina di contestatori muniti di megafono, benché sopraffatto dal volume degli annunci delle corse in partenza e in arrivo. Ma almeno a Porta Nuova i No Green Pass sono riusciti, sotto l’occhio vigile della polizia che in tenuta anti-sommossa ha blindato il tunnel di accesso ai binari, a entrare nella hall. E a lanciare per l’intero movimento il messaggio al centro della protesta: «Non siamo no vax e non vogliamo creare disagi a pendolari e turisti, chiediamo solo di poter esercitare lo stesso diritto a viaggiare senza limitazioni».
In ogni città il presidio si è risolto nel giro di 30/40 minuti. «O la maggioranza dei contrari ha recuperato il cervello o questi sono i no vax più scalognati», la vox populi diffusa da una dei tanti pendolari sollevati dalla preoccupazione di perdere il treno. Più «scientifica» la lettura delle forze dell’ordine: «Abbiamo blindato le 54 stazioni italiane al centro della contestazione, difficile superare il cordone di sicurezza». In effetti alla vigilia del sit-in il Dipartimento di pubblica sicurezza aveva sollecitato i questori ad adottare tutte le misure necessarie a evitare che i No Green Pass, chiamati a raccolta sugli stessi canali Telegram protagonisti di minacce a politici, medici e giornalisti, potessero provocare disordini e disagi ai viaggiatori. Imponente lo schieramento di poliziotti, carabinieri, finanzieri e soldati, che hanno iniziato le bonifiche fuori e dentro le stazioni, sotto il coordinamento della Polfer, già martedì sera. Impossibile «sfondare»: controlli agli ingressi e smistamento di chi aveva il biglietto e chi invece doveva comprarlo su due percorsi diversi e sorvegliati, separati dall’uscita. E tutti transennati.
«Queste contestazioni non sono organizzate — spiega Cristiano Fazzini, leader di Venetonogreenpass («tutto attaccato» precisa), che raccoglie tremila aderenti — nascono sul web, nelle chat. Qualcuno s’inventa un’idea e la posta, ma non c’è alcuna regia dietro, nessuno che coordini. Noi non abbiamo partecipato perché non vogliamo danneggiare chi lavora o i turisti. E siamo contrari a situazioni a rischio di degenerare in violenza, il nostro simbolo è Gandhi. Non rifiutiamo tutti i vaccini, i nostri figli gli altri li hanno fatti, ma solo l’anti-Covid, lo riteniamo sperimentale. Però accettiamo anche chi si è immunizzato — aggiunge Fazzini — siamo per la libertà vaccinale e contro il Green Pass, perché discriminatorio». Sabato a Padova Venetonogreenpass animerà un corteo, con partenza alle 17.30 dal Duomo e arrivo in Prato della Valle. In preparazione una manifestazione regionale a Venezia per il 12 settembre, vigilia del ritorno a scuola.
E’ stata una giornata «impegnativa ma tutto sommato tranquilla» anche per Trenitalia, costretta a lasciare a terra qualche passeggero prenotato sui convogli a lunga percorrenza (Frecce, Freccialink, Intercity e Intercity notte, Eurocity ed Euronight) perché sprovvisto di Green Pass. «Ma nessuna contestazione, i viaggiatori sono tornati indietro. Loro, come chiunque abbia pagato un biglietto per i treni interessati dal decreto legge e sia sprovvisto del Pass, possono chiederne il rimborso integrale fino al 30 settembre». Informazioni sul sito di Trenitalia alla casella green pass.
Intanto il Veneto conta altri 691 contagi da Covid-19 (+108 rispetto alle 24 ore precedenti), che dall’inizio dell’epidemia salgono a 455.494. Ci sono purtroppo anche tre decessi (che allungano il triste computo complessivo a 11.689), uno dei quali riguarda un 39enne albanese morto ieri mattina all’ospedale di Conegliano. Viveva a Pieve di Soligo e nei giorni scorsi era stato ricoverato d’urgenza in Rianimazione, perché contagiato dal virus durante una vacanza nel Paese d’origine. «Le sue condizioni erano parse subito molto gravi — dice Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl Marca Trevigiana —. Non era vaccinato e l’infezione è stata letale». Lascia la moglie e un figlio. Il Venento conta 232 ricoveri (-2) in area medica e 54 (+1) in Terapia intensiva. Diminuiscono i soggetti «attualmente positivi al Covid», perché contestualmente crescono i guariti.