Ancora grandine (e pesa il gelo di aprile)
Bilancio critico per molte colture. Il Codive: «Episodi straordinari, bisogna assicurarsi»
Ancora danni da maltempo alle colture nel Veronese. La grandinata di martedì sera che ha colpito i comuni della Bassa, in particolare Sanguinetto, Casaleone, Cerea e la zona di Gazzo, con Correzzo e Maccaccari principalmente coinvolti, ha causato fortunatamente danni non gravi alle coltivazioni di cereali come mais e soia, orticole e tabacco, riaccendendo, però, il focus sul tema della difesa delle aziende agricole dalle grandinate e dalle gelate, visti anche i precedenti dell’estate appena trascorsa, ma non solo.
A riaccendere l’attenzione sulla questione è Codive, il Consorzio difesa Verona, attraverso il suo presidente, Luca Faccioni. «Per fortuna, la grandinata di martedì ha provocato danni medi. Va, però, sottolineato come negli ultimi tempi quelli che una volta erano considerati eventi straordinari, ora si verificano molto più spesso spiega Faccioni -. Si pensi, per esempio, alla gelata di inizio aprile o alla grandinata che anni fa colpì l’Est veronese, con danni ingenti soprattutto per i vigneti».
Il numero uno di Codive sottolinea, poi, come la gelata primaverile di questo 2021 abbia messo in ginocchio diverse coltivazioni. «I danni più rilevanti quest’anno li hanno subiti i frutteti, in particolare le drupacee, soprattutto le pesche, ma anche le mele e i kiwi». Secondo quanto emerge dai dati Avepa, l’agenzia per i pagamenti in agricoltura, «sono le pere le più colpite, con una percentuale del 90%. A seguire, le mele, con danni tra il 50% e il 70%», prosegue sempre Faccioni.
A metà luglio, inoltre, sempre nell’Est veronese, la grandine aveva seriamente colpito e danneggiato le coltivazioni di tabacco. E a proposito degli eventi straordinari verificatisi non solo nell’ultimo periodo sul territorio, il presidente spiega come Codive, in collaborazione con Arpav, che ha fornito la mappatura delle proprie centraline, ne abbia installate 9 di ultima generazione in tutta la provincia, per la rilevazione, ad esempio, del vento e della quantità e intensità di pioggia. E’ stato installato, inoltre, un rilevatore di temperatura a 50 centimetri dal suolo, che aveva permesso di registrare nel territorio di Palù, durante l’ultima gelata di primavera, una temperatura intorno ai meno 9 gradi. Situazioni definite, come detto, «straordinarie» e da cui è difficile difendersi.
«A volte - tiene a sottolineare Faccioni - le reti antigrandine non sono più sufficienti, perché non possono fermare il gelo. Così come gli impianti antibrina, i quali non hanno risposto come si pensava alla gelata di aprile». A tale proposito, Codive invita tutte le aziende agricole ad assicurarsi: «E’ fondamentale - conclude il presidente soprattutto perché in quel caso il risarcimento arriva anche in tempi brevi, cioè quando l’azienda che ha subìto i danni da maltempo si trova in effettiva difficoltà».
Faccioni
In primavera a Palù sono stati toccati i 9 gradi sotto zero durante la gelata notturna