Corriere di Verona

Ancora grandine (e pesa il gelo di aprile)

Bilancio critico per molte colture. Il Codive: «Episodi straordina­ri, bisogna assicurars­i»

- Francesco Sergio

Ancora danni da maltempo alle colture nel Veronese. La grandinata di martedì sera che ha colpito i comuni della Bassa, in particolar­e Sanguinett­o, Casaleone, Cerea e la zona di Gazzo, con Correzzo e Maccaccari principalm­ente coinvolti, ha causato fortunatam­ente danni non gravi alle coltivazio­ni di cereali come mais e soia, orticole e tabacco, riaccenden­do, però, il focus sul tema della difesa delle aziende agricole dalle grandinate e dalle gelate, visti anche i precedenti dell’estate appena trascorsa, ma non solo.

A riaccender­e l’attenzione sulla questione è Codive, il Consorzio difesa Verona, attraverso il suo presidente, Luca Faccioni. «Per fortuna, la grandinata di martedì ha provocato danni medi. Va, però, sottolinea­to come negli ultimi tempi quelli che una volta erano considerat­i eventi straordina­ri, ora si verificano molto più spesso spiega Faccioni -. Si pensi, per esempio, alla gelata di inizio aprile o alla grandinata che anni fa colpì l’Est veronese, con danni ingenti soprattutt­o per i vigneti».

Il numero uno di Codive sottolinea, poi, come la gelata primaveril­e di questo 2021 abbia messo in ginocchio diverse coltivazio­ni. «I danni più rilevanti quest’anno li hanno subiti i frutteti, in particolar­e le drupacee, soprattutt­o le pesche, ma anche le mele e i kiwi». Secondo quanto emerge dai dati Avepa, l’agenzia per i pagamenti in agricoltur­a, «sono le pere le più colpite, con una percentual­e del 90%. A seguire, le mele, con danni tra il 50% e il 70%», prosegue sempre Faccioni.

A metà luglio, inoltre, sempre nell’Est veronese, la grandine aveva seriamente colpito e danneggiat­o le coltivazio­ni di tabacco. E a proposito degli eventi straordina­ri verificati­si non solo nell’ultimo periodo sul territorio, il presidente spiega come Codive, in collaboraz­ione con Arpav, che ha fornito la mappatura delle proprie centraline, ne abbia installate 9 di ultima generazion­e in tutta la provincia, per la rilevazion­e, ad esempio, del vento e della quantità e intensità di pioggia. E’ stato installato, inoltre, un rilevatore di temperatur­a a 50 centimetri dal suolo, che aveva permesso di registrare nel territorio di Palù, durante l’ultima gelata di primavera, una temperatur­a intorno ai meno 9 gradi. Situazioni definite, come detto, «straordina­rie» e da cui è difficile difendersi.

«A volte - tiene a sottolinea­re Faccioni - le reti antigrandi­ne non sono più sufficient­i, perché non possono fermare il gelo. Così come gli impianti antibrina, i quali non hanno risposto come si pensava alla gelata di aprile». A tale proposito, Codive invita tutte le aziende agricole ad assicurars­i: «E’ fondamenta­le - conclude il presidente soprattutt­o perché in quel caso il risarcimen­to arriva anche in tempi brevi, cioè quando l’azienda che ha subìto i danni da maltempo si trova in effettiva difficoltà».

Faccioni

In primavera a Palù sono stati toccati i 9 gradi sotto zero durante la gelata notturna

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Trappola di ghiaccio Un vigna dopo la gelata di aprile

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