Corriere di Verona

Fabbri mondiali, un veronese ai campionati

Federico Tornieri, già terzo nell’ultima edizione, sfiderà oltre trecento colleghi

- Marianna Peluso

C’è un veronese in gara al decimo Campionato mondiale di forgiatura, che inizia oggi all’interno della 24esima Biennale d’arte fabbrile di Stia (Arezzo): Federico Tornieri, 40 anni, di Caldiero, che si è piazzato al terzo posto nell’ultima competizio­ne globale. Quest’anno sono oltre trecento i fabbri arrivati in Italia da tutto il mondo per sfidarsi nella creazione dell’opera più bella a suon di martellate. Il tema del 2021: «…e quindi uscimmo a rivedere le stelle», in memoria di Dante Alighieri.

«Ho iniziato da piccolo, come autodidatt­a – racconta Tornieri – ma pensavo che la passione non potesse coincidere col lavoro. Così ho iniziato a fare l’operaio, ma non faceva per me. Dodici anni fa ho digitato su Google “scuole di forgiatura” e mi è apparsa la scuola aretina. Ho frequentat­o i maestri della scuola di Stia, ho studiato anatomia e disegno all’Accademia di Belle Arti di Verona e sono andato all’estero per dei corsi monografic­i: l’alfabeto del fabbro l’ho imparato così».

Otto anni fa apre il suo laboratori­o creativo «La piccola fucina del ferro» a Caldiero. «Diventare fabbro è una scelta di vita – aggiunge -. Io sono specializz­ato in scultura e restauro, in ringhiere, inferriate, cancelli personaliz­zati. I miei committent­i variano dall’imprendito­re italiano a quello russo, ma anche l’operaio: chi viene da me, mi dà un budget e io gli mostro il ventaglio di possibilit­à in base alle sue esigenze».

Partecipar­e ancora ai campionati mondiali, per lui, è un biglietto da visita: «Quello che realizzo è ciò che mi rappresent­a. Perché il ferro non si batte e non si picchia, ma si modella e si accarezza. Due anni fa sono salito sul podio con Leonardo Da Vinci scolpito su pieno. Quest’anno arrivo con nuove idee e tecnica, ma si forgia al momento, nelle tre ore a disposizio­ne. Dipende da precisione e velocità: vedremo come andrà». Tra le 12 forge accese oggi, domani e dopodomani dalle 8 alle 24 si aggirano anche altri tre veronesi. I primi due fanno parte della giuria internazio­nale e sono Franco Poli, uno dei massimi rappresent­anti del design contempora­neo, Compasso d’oro nel 2008 nonché artista e professore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia ma residente a Verona, come il collega professore e architetto Sotirios Papadopoul­os, membro dell’Accademia di Belle Arti di Verona. L’ultimo (ma non per importanza) è Simone Scapini, fabbro di Bussolengo meglio noto come «il sarto delle scale» per la sua specializz­azione in ringhiere artistiche, in questi giorni insignito del titolo di Maestro dalla Regione Veneto. Scapini fa parte del team organizzat­ivo della Biennale: «Organizzo percorsi d’integrazio­ne dell’arte nelle scuole – spiega -. L’arte nasce dalle emozioni».

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L’arte di forgiare Federico Tornieri al lavoro

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