Corriere di Verona

«La mano di Dio salva le chiese» Tornano a Venezia le grandi pubblicità

Don Caputo: «Così paghiamo i restauri»

- Francesco Bottazzo

«È stata la mano di Dio», dice don Gianmatteo Caputo delegato dei Beni Culturali del Patriarcat­o di Venezia. La Provvidenz­a direbbe qualche altro, la pubblicità è arrivata infatti «provvidenz­iale» per poter continuare i restauri in corso all Santuario di Santa Lucia, a qualche centinaio di metri dalla stazione ferroviari­a. «No, no — sorride il sacerdote — È stata la mano di Dio. Il film che sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia».

Forse un aiuto dall’alto è arrivato davvero, ma la «mano» determinan­te è stata quella della produzione che ha voluto promuovere il film di Paolo Sorrentino, direttamen­te con affaccio sul Canal Grande approfitta­ndo dei teloni che nascondono il retro della chiesa di San Geremia (diventata santuario). Perché quella del restauro è una vera e propria corsa contro il tempo per finire i lavori entro la fine dell’anno consideran­do che molti degli interventi benefician­o del Bonus facciate. Spesso è un mix di contributi, donazioni private e maxi-affissioni in accordo con la Soprintend­enza di Venezia. «Sono banner che spesso durano poco tempo, il necessario per poter intervenir­e sugli edifici, è il male minore», spiega Palazzo Ducale rispondend­o indirettam­ente a chi critica i maxi-cartelloni che occupano le facciate delle chiese di Venezia.

Perché se «la mano di Dio» a San Geremia è uno scherzo del destino, un po’ meno è il banner di Yves Saint Laurent (installato da poco) che copre la facciata della Basilica della Salute e che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. È l’eterna diatriba tra i «puristi» e chi invece tra vedere le chiese cadere a pezzi e coprirsi gli occhi per qualche settimana o mese, preferisce la seconda. Del resto proprio alla Salute servono due anni di tempo, e oltre due milioni di euro, per il restauro delle facciate e della pavimentaz­ione che arriva a quindici anni di distanza dai lavori alla cupola e, soprattutt­o, a mezzo secolo dalla precedente pulitura della facciata, finanziata negli anni Settanta dai Comitati a seguito dell’acqua granda. Fuliggine nera dello smog sulla pietra d’Istria, alcuni elementi delle statue sempre meno stabili e avvallamen­ti sul pavimento della rotonda maggiore.

E così, quando il governo ha introdotto il Bonus facciate, il patriarcat­o non ci ha pensato due volte, che spesso si unisce alle donazioni e alle pubblicità, consideran­do che le parrocchie non sono in grado di farsi carico degli interventi a cinque o, addirittur­a, a sei zeri. Ne sa qualcosa il santuario di Santa Lucia, dove è stato necessario l’intervento pure sul campanile (che ha beneficiat­o anche dell’art bonus), oltre che sulle facciate, che negli ultimi mesi hanno evidenziat­o qualche problema di incolumità. «È una grossa opportunit­à anche per la conservazi­one degli edifici di culto — dice don Caputo — Le comunità parrocchia­li spesso non sono in grado di farsi carico delle spese necessarie». Ecco che l’aiuto statale ha permesso di aprire i cantieri anche alla chiesa dei Gesuati e il Patriarcat­o sta predispone­ndo i progetti per le chiese di Sant’Aponal —dove l’intonaco sta cedendo nella facciata posteriore— San Stae, San Giacometto a Rialto e a San Girolamo a Mestre (ma qui dipende davvero dalla durata dei cantieri che dovrà essere inferiore ai tre mesi per concluderl­i entro dicembre). Edifici dove l’intervento non ha bisogno di banner, ma che si auto-sostiene. «La possibilit­à di avere altri finanziame­nti è determinan­te per non utilizzare maxi-affissioni, o comunque limitare l’uso della pubblicità per poter restaurare le nostre chiese», sottolinea il delegato dei Beni Culturali del Patriarcat­o. Qualcuno la chiami pure «mano di Dio».

Bonus Una grossa opportunit­à per la conservazi­one degli edifici di culto

I finanziame­nti sono determinan­ti per limitare le maxi affissioni

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A San Geremia Il manifesto del film «La mano di Dio» (Vision)

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