Otb, linea dura sulla mensa Niente cestino senza green pass
I sindacati: «Inaccettabile». La replica: «Tuteliamo i dipendenti»
Vietata la mensa aziendale e il lunch-box per i lavoratori senza green-pass. Ma vietato pure mangiare negli spazi comuni o sulle proprie scrivanie. E così i sindacati alzano la voce: «La mensa è un diritto e chiediamo che venga tutelato».
Dopo il caso portato alla luce, nel Vicentino, dai sindacati in «Acque del Chiampo», nelle scorse settimane, arrivano nuovi attriti sul tema del green-pass e delle mense aziendali. Stavolta dagli stabilimenti del gruppo Otb-Diesel, cioè le quattro sedi produttive delle società di Renzo Rosso e nelle quali, secondo quanto comunicato ieri da Filctem-Cgil di Bassano e Vicenza, i lavoratori senza la certificazione verde riferita alla vaccinazione antiCovid-19 non possono di fatto pranzare all’interno delle sedi.
I lavoratori del gruppo - un migliaio di persone nel complesso, tra Breganze, Colceresa e la Staff International di Noventa Vicentina - , avrebbero infatti ricevuto due comunicazioni alla metà e alla fine del mese di agosto sulle direttive da seguire per consumare il pranzo negli stabilimenti. «Le comunicazioni – dichiara il segretario provinciale FilctemCgil, Giuliano Ezzelini Storti – seguono le faq, le domande ricorrenti del governo in merito all’obbligatorietà del greenpass per le mense aziendali ma vanno ben oltre queste indicazioni, con modalità e un contenuto che riteniamo inaccettabili».
Secondo quanto riportato dai sindacati la prima comunicazione, del 17 agosto, precisa che senza il green-pass non si può entrare in mensa e vieta l’utilizzo del lunch-box. «In altre aziende si consente questa modalità e nelle indicazioni del governo non se ne fa cenno», sottolineano i sindacati. Ma è la seconda comunicazione del gruppo, datata 30 agosto, ad aver fatto alzare la voce ai rappresentanti di Filctem: «Hanno vietato l’utilizzo degli spazi comuni come i refettori – osserva la segretaria territoriale Filctem di Bassano Laura Scalzo – e non consentono di utilizzare la propria scrivania per pranzare. Ci chiediamo se un lavoratore sia costretto a mangiare in auto o fuori dall’azienda e come farà, ad esempio, chi non può vaccinarsi per motivi di salute. Vorremmo si utilizzasse il buon senso e chiediamo il rispetto del diritto alla mensa».
Il sindacato chiede al gruppo di «finanziare una campagna straordinaria di tamponi per i dipendenti», ma dall’azienda arriva una nota di replica che tiene il punto: «Il gruppo Otb – si legge - pone al primo posto la salute e la sicurezza della popolazione aziendale e dei luoghi di lavoro e si impegnar ad intraprendere qualsiasi azione per tutelare i dipendenti e le loro famiglie. Per tale motivo il gruppo ha deciso di applicare fedelmente le disposizioni governative che prevedono l’obbligo di green pass per accedere ai ristoranti al chiuso e alle palestre».
E ancora: «La nostra Fondazione è stata la prima a finanziare il centro vaccinale di Bassano e ha agevolato l’accesso ai vaccini ai dipendenti e alle loro famiglie. In un momento storico come questo bisogna dimostrare un forte senso civico e capire che la responsabilità di bloccare la diffusione del virus non sta solo nelle mani dei singoli individui ma anche delle aziende».