«Continuavano a chiamarlo Hellas», la splendida storia di una generazione gialloblù
«C’è una frase che ho letto a Siviglia e ho avuto all’inizio difficoltà a capire: ti amo anche se vinci. Cioè non importa nemmeno la vittoria, ti amo in cambio di nulla» ebbe a dire El loco Marcelo Bielsa. Parole che meglio non potrebbero riassumere l’ultimo lavoro letterario di Matteo Fontana, firma del Corriere di Verona e della Gazzetta dello Sport, «Continuavano a chiamarlo Hellas - Gli anni del Verona Football Club” (Eclettica)». L’epopea dello scudetto ormai un ricordo, la ferita ancora sanguinante del fallimento del 1991, campionati avari di soddisfazioni. Gioie pochine, dolori parecchi.
E poi quel Verona Football Club, nome da ragioneria contabile con la parola “Hellas” la sua anima, rimasta nei cassetti di un tribunale. Eppure, come ricorda il titolo del libro, i tifosi così continuavano a chiamarla la loro squadra. Perché, gli amori più belli e più veri son quelli sofferti. «Per motivi anagrafici, il mio Verona dal punto di vista emotivo rimane quello - racconta Fontana -; una squadra con una nuova maglia a strisce verticali, senza più grandi campioni e lasciata un po’ al suo destino; i campionati iniziavano tra entusiasmi e speranze, e finivano con gli spalti del Bentegodi mezzi vuoti, perché a primavera una domenica al lago attirava più di una partita con la Fidelis Andria o l’Acireale». Un racconto generazionale di un calcio che in quegli anni cominciava a far accomodare gli appassionati sul divano di casa davanti alla tv: «Un Verona ridimensionato, ma genuino e vicino alla sua gente; affresco di un’epoca che stava cambiando» spiega Fontana. Un libro che si dipana attraverso le testimonianze dei protagonisti, dalle parabole di Claudio Lunini e Giovanni Cefis, entrambi partiti dai dilettanti, a promesse mantenute come Filippo Inzaghi e Damiano Tommasi, autore quest’ultimo di una prefazione ricca di sentimenti, che in quel piccolo Verona trovarono il trampolino per altri palcoscenici: «Lunini, da bomber tra i dilettanti divenne un idolo della tifoseria; Cefis arrivava dal Leffe in serie C; Tommasi era un prodotto del settore giovanile, e Verona nella carriera di Pippo Inzaghi segnò un solco». «Continuavano a chiamarlo Hellas» è un tuffo nelle emozioni che scalda il cuore. Questa sera alle 18.45 la presentazione, curata dalla Libreria Gulliver, al Tennis Club la Pineta: Fontana dialogherà con Andrea Spiazzi, direttore della testata Hellas1903 e corrispondente di Radio Capital