Corriere di Verona

Lo studio: per i vaccinati il Covid è come un’influenza

In sette giorni +21%. «Chi è immunizzat­o va verso una possibile convivenza col Covid»

- Michela Nicolussi Moro

Secondo il dg dell’Istituto Zooprofila­ttico, Antonia Ricci, il contagio «è poco probabile nei vaccinati, in ogni caso asintomati­ci o gravati da due giorni di febbre e raffreddor­e, come fosse influenza».

Galoppa la variante Delta (o indiana), al punto da aver completame­nte soppiantat­o il ceppo originario e anche la variante Alpha (o inglese) del Sars Cov2. L’immediata ricaduta consiste nell’impennata di contagi che sta mettendo in alert anche il Veneto. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Fondazione Gimbe tutte le sette province sono sopra i 50 casi per 100mila abitanti e l’andamento regionale degli «attualment­e positivi» al tampone rilevato fra il 25 e il 31 agosto (attenzione non si tratta solo dei nuovi contagiati ma anche dei «vecchi» non ancora negativizz­ati) si attesta a 264 per 100mila abitanti. Per un aumento del 21% e contro una media nazionale di 231 attualment­e positivi per 100mila abitanti (-0,3%). Le province che nell’ultima settimana di agosto hanno registrato più nuovi casi di Covid-19 sono Treviso con 110, Padova con 98 e Venezia con 97. Seguono Verona (83), Vicenza (82), Rovigo (72) e Belluno (62).

«Se non avessimo a disposizio­ne i vaccini, sarebbe una strage — avverte la dottoressa Antonia Ricci, direttore generale dell’Istituto Zooprofila­ttico delle Venezie, che ha sede a Legnaro — ormai la variante Delta è sequenziat­a nel 100% degli infettati ed è contagiosi­ssima. Le persone lo devono capire, non vaccinarsi è una scelta scellerata, perché il virus circola molto, soprattutt­o tra i non immunizzat­i, nei ragazzi sotto i 12 anni per i quali l’anti-Covid non è ancora stato approvato (dovrebbe esserlo il prossimo mese, ndr) e nei giovani in attesa della seconda dose. Una sola non è in grado di proteggere da un virus che è completame­nte diverso da quello visto nell’estate 2020, non si possono fare confronti. Se allora fosse circolata la variante Delta, la situazione sarebbe stata ancora più drammatica». In tutto questo c’è una buona notizia: i vaccini attualment­e in uso coprono le varianti. L’Istituto Zooprofila­ttico sta conducendo studi a tema in collaboraz­ione con altri centri italiani ed équipe di ricercator­i stranieri e i risultati preliminar­i lo confermano. «Noi lavoriamo con il virus vivo in laboratori­o, per testare l’efficacia degli anticorpi prodotti dal vaccino — illustra Ricci — e ne abbiamo verificato la capacità di proteggere dal rischio di malattia grave, ricovero e morte pari a una copertura del 95%. Percentual­e che si abbassa di qualche punto, tra l’85% e il 90%, se si considera solo lo scudo dalla possibilit­à di contrarre il Covid-19, comunque limitata nei soggetti immunizzat­i. Così come è bassa l’eventualit­à che trasmettan­o l’infezione. In ogni caso se la contraggon­o sono asintomati­ci o al massimo gravati da due giorni di febbre e raffreddor­e, come fosse un’influenza. Insomma — sottolinea il dg dello Zooprofila­ttico — i vaccini funzionano, non c’è nemmeno bisogno di modificarl­i per adattarli alle varianti. Chi vi ricorre sta andando verso una fase di possibile convivenza con il Covid-19, che però continua a essere grave, fino alla morte, per i no vax. Ecco perché dico che rifiutare la prevenzion­e è una decisione incomprens­ibile: con il vaccino abbiamo spuntato le armi al virus, se tutti lo assumesser­o usciremmo da questa situazione. E invece sento ancora persone che parlano di immunità naturale, ma non capiscono che il costo umano per arrivarci sarebbe enorme».

E infatti ieri il premier Mario Draghi si è dichiarato favorevole sia all’obbligo vaccinale sia alla terza dose di richiamo. E’ innegabile, rilevano i medici in prima linea nei reparti Covid, l’immediato impatto della vaccinazio­ne sugli ospedali: rispetto al numero dei contagi, malati gravi e morti stanno diminuendo molto. A ulteriore riprova il bollettino regionale di ieri, che pur registrand­o due decessi e 844 contagi, uno dei dati più alti delle ultime settimane, segnala un quadro clinico sostanzial­mente invariato. I degenti in Malattie Infettive e Pneumologi­a sono 231 (-1), i ricoverati in Terapia intensiva 55 (+1). Sul fronte della campagna vaccinale le ultime 20.972 somministr­azioni portano al 61,6% la popolazion­e generale immunizzat­a e al 70% quella che ha assunto la prima dose.

Ricci/1 I vaccini coprono le varianti, senza sarebbe una strage

Ricci/2 Quella dei no vax è una scelta scellerata, Delta ormai al 100%

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Il Veneto conta 264 attualment­e positivi per 100mila abitanti
La ripresa Il Veneto conta 264 attualment­e positivi per 100mila abitanti

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