Io, Aziza e il futuro che non c’è Ma qualcuno verrà a salvarci?
Oggi ho un po’ di febbre, e ho accolto questo fatto quasi come una benedizione, almeno non dovrò giustificare alla mamma che sto quasi tutto il giorno a letto, lo so che lei non fa che preoccuparsi per me, ma io davvero non ce la faccio. Quel poco di energie che riesco a recuperare le impiego per sostenere Aziza che mi sembra più a terra di me. Siamo entrambe disperatamente sole, ma mi sembra che per lei il buio sia ancora più buio.
Ci scambiamo pensieri e opinioni con uno strano ritmo, decine di domande e risposte frenetiche e poi, senza preavviso, silenzio per ore. Dipende dalla connessione che viene e va e dal fatto - per lei - che trovandosi a casa di parenti sa che deve partecipare della vita domestica aiutando la cugina di suo padre ad occuparsi del figlio piccolo.
Abbiamo commentato la formazione del nuovo governo talebano, nel quale naturalmente le donne saranno assenti, però pare lasceranno la possibilità alle studentesse di tornare all’università. Nessuna delle due ci crede davvero, sappiamo che in questo momento cercano di avere una immagine moderata davanti al resto del mondo. In verità per lei è ancora più inverosimile l’ipotesi di poter ricominciare a studiare, perché lei è iscritta alla facoltà di legge, l’aveva scelta piena di slancio e di dedizione, voleva diventare un’esperta del campo perché in cuor suo ha sempre creduto nella Giustizia come valore assoluto e da perseguire. Lei vuole essere una donna giusta che vive in un mondo giusto e intendeva fare attivamente la sua parte. Soprattutto per poter rendere il nostro paese un posto migliore per tutti, ma specialmente per le donne. Voleva conquistare gli strumenti per contribuire un giorno a migliorare e rafforzare i diritti delle donne. Credo sia proprio per questo suo entusiasmo appassionato che oggi il suo scetticismo è più cupo del mio. Anche perché se è vero che i talebani hanno detto che apriranno di nuovo le facoltà alle ragazze è anche vero che hanno annunciato che ci saranno dei cambiamenti importanti nell’ordinamento giudiziario, teme che possano addirittura chiudere la facoltà di giurisprudenza. E sa che se volesse continuare a studiare potrebbe solo sognare di andare all’estero. Ma noi non possiamo andare via, non abbiamo il passaporto, non possiamo ancora andare all’università e neanche uscire di casa.
Mi chiedo, cosa c’è di giusto in tutto questo?!
Mi chiedo: verrà qualcuno a salvarci?!