Veneto Banca, blocco informatico risolto
Indagine per truffa, il ministero risolve la trasmissione del fascicolo elettronico
Non sono passati neppure quattro giorni dalla denuncia del pm Massimo De Bortoli e i tecnici del ministero hanno risolto il problema di collegamento tra la Procura trevigiana e il server - a Padova - dove doveva esser montata la versione digitale degli atti relativi alla chiusura delle indagini sulle truffe nella vendita delle azioni che sarebbero state perpetrate dai vertici di Veneto Banca ai danni di circa tremila risparmiatori.
Lo ha reso noto ieri lo stesso De Bortoli, che svolge anche il ruolo di procuratore facente funzioni in attesa della delibera di nomina di Marco Martani, da cinque anni avvocato generale della Corte d’Appello di Brescia e in precedenza procuratore a Pordenone, a capo dei magistrati trevigiani. Entro un mese, ha ricordato lo stesso sostituto che lavora ai vari tronconi dell’inchiesta sullo sfascio della ex popolare di Montebelluna coadiuvato dalla collega Gabriella Cama, arriveranno le richieste di rinvio a giudizio e le relative notifiche. Sarà infatti effettivo lo stralcio di quattro posizioni su otto in totale (originariamente risultavano indagati l’ex ad Vincenzo Consoli, l’ex condirettore generale Mosé Fagiani, l’ex responsabile della direzione centrale Pianificazione, Renato Merlo, l’ex responsabile della direzione centrale Amministrazione e, dopo il 2014, dirigente al bilancio, Stefano Bertolo, l’ex responsabile della direzione Compliance, Massimo Lembo e Cataldo Piccarreta, che di Veneto Banca era stato il direttore dell’area mercato Italia e due amministratori) per le quali i due pubblici ministeri si apprestano a chiedere l’archiviazione.
Secondo quanto emerso dall’indagine, partita nell’autunno del 2017 e che è comunque a forte rischio di prescrizione, per la procura di Treviso tra il 2012 e il 2014 Vincenzo Consoli e gli altri avrebbero promosso, costituito e organizzato una associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, per un importo superiore ai 100 milioni di euro, attraverso il personale dell’istituto di credito e concernenti la vendita a condizioni inique di titoli azionari e obbligazionari.
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Le richieste di archiviazione in arrivo nell’inchiesta per truffa di Veneto Banca