Corriere di Verona

Attori dietro le quinte tra aneddoti e paure

La «febbre sospetta» che blocca la conferenza stampa

- S.D’.A.

Il suo ingresso in scena è preceduto dalla sentenza di Toni Servillo. E quando Paolo Sorrentino lo inquadra, Alessandro Bressanell­o appare dimesso, con un apparecchi­o per amplificar­e la voce, gli occhi di fuori. Da lì in poi è un diluvio di trovate che l’attore veneziano asseconda con la sua fisicità e la sua cadenza veneta. Bressanell­o, attore e regista teatrale, è un carabinier­e veneto in pensione in E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Lui è quello che si fidanza con la sorella zitella di Toni Servillo e nel film ha una scena esilarante con una conturbant­e Luisa Ranieri. «Ho fatto un provino mica da ridere – racconta – ho girato tre settimane tra Napoli e la Costiera. Ricordo in particolar­e la scena in barca: noi eravamo abbandonat­i in mezzo al mare in attesa che Sorrentino desse il ciak e una delle attrici si è messa a cantare. Io ho risposto con “Nina ti te ricordi”. “Ma che canzone è?”, mi hanno assalito. Bella forza, loro erano in quindici, io da solo…». (Nella foto a Bressanell­o e Ranieri)

Conferenza stampa a rischio

Checkpoint davanti all’hotel Excelsior. Tarda mattinata. Gran caldo. Un signore in completo di lino bianco e panama è seduto a lato in attesa di passare. Intorno a lui i toni si alzano. Ma che succede? Il signor Robert Kory (nella foto a destra) responsabi­le del «Leonard Cohen Family Trust», dove assolutame­nte entrare perché di lì a poco inizia la conferenza stampa del film Hallelujah: Leonard Cohen, a Journey, a Song, ma la sua temperatur­a è superiore ai 37.5 gradi, quindi la security non lo fa passare. «Ma il signore deve andare in conferenza stampa altrimenti blocca tutta la delegazion­e», cominciano a vociare intorno. «Ma se ha la febbre non può entrare». Come finirà? Che miracolosa­mente la febbre passa stando all’ombra. E la conferenza stampa può cominciare.

Il Tinomisù

Qualcuno ha bisogno di tirarsi su. Lo chef Tino Vettorello ha elaborato così il tinomisù, una rivisitazi­one del dolce veneto più famoso, che al posto del mascarpone usa la ricotta, ricoperta di una gelatina di caffè, con un pan di spagna al caffè e un crumble salato, sempre al caffè.

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