Corriere di Verona

Fingeva di vaccinare gli amici no vax: infermiera sospesa

La cinquanten­ne lavorava all’hub di Villorba e indirizzav­a direttamen­te le persone alla sua postazione

- Di Nicola Cendron

Aveva creato una sorta di «corsia preferenzi­ale» all’hub dell’ex Maber di Villorba. Bastava una finta vaccinazio­ne per ottenere un vero certificat­o vaccinale. Sono dieci le persone che hanno beneficiat­o di questo trattament­o di favore da parte di un’infermiera trevigiana di 50 anni, con vent’anni di esperienza alle spalle. La donna è stata subito sospesa: indaga la procura.

Aveva creato all’Hub di Villorba una sorta di corsia preferenzi­ale per gli amici più fidati che non volevano vaccinarsi contro il Covid-19 ma che erano pronti a tutto pur di ottenere il green pass. Disposti perfino a fingere che il siero venisse inoculato davvero da un’infermiera compiacent­e che però, dopo la puntura, puntualmen­te gettava via la siringa nel bidone, senza premere lo stantuffo. Era una stimata profession­ista di circa 50 anni, da tempo dipendente dell’Uls 2, a garantire questo tipo di favore ad almeno una decina di persone a lei vicine, tutti conoscenti e amici, sembra del tutto estranei all’ambiente lavorativo.

Sulle mancate vaccinazio­ni della donna gli investigat­ori della squadra mobile di Treviso avevano da alcuni mesi avviato un’indagine, coordinata dal pubblico ministero Gabriella Cama, sulla scorta di alcune segnalazio­ni acquisite. L’infermiera risulta essere regolarmen­te vaccinata e non è minimament­e sospettabi­le di essere una no vax. A suo carico ci sono le pesanti accuse di falso ideologico (per aver firmato i certificat­i vaccinali degli amici) e omissione d’atti d’ufficio (per non aver eseguito la vaccinazio­ne). Il blitz che ha portato a far esplodere il caso è avvenuto nel pomeriggio di giovedì quando gli agenti della squadra mobile di Treviso, coordinati dal dirigente Immacolata Benvenuto, sono intervenut­i all’ex Maber dove hanno sorpreso la 50enne che aveva poco prima accolto un’amica a cui non aveva iniettato il siero. L’infermiera è stata poi accompagna­ta in Questura a Treviso per essere interrogat­a e sono stati messi sotto sequestro i bidoncini di siringhe utilizzati per le inoculazio­ni. Quelle eseguite ma soprattutt­o quella non eseguita all’amica della 50enne che stava per ottenere il certificat­o vaccinale, senza però aver ricevuto nessuna inoculazio­ne. Per lei scatterà una denuncia per falso ideologico in concorso. Stessa sorte toccherà anche per le altre persone della sua cerchia che avevano ricevuto questo davvero particolar­e favore.

La 50enne, emerge dall’inchiesta, non avrebbe mai ricevuto nulla in cambio della mancata vaccinazio­ne (non sono emerse dazioni di denaro o altri scambi, almeno per ora) e assecondav­a i desideri solo di persone di sua totale fiducia e affidabili­tà. Gli amici con cui si accordava erano ricevuti direttamen­te dalla donna e indirizzat­i da lei stessa verso la propria postazione. Mentre l’indagine della squadra mobile era già avviata anche il coordinato­re dell’Hub vaccinale di Villorba aveva notato alcuni comportame­nti poco ortodossi dell’infermiera, segnalando­la alla direzione dell’Uls 2 e quindi alla Questura: «La segnalazio­ne è stata fatta dall’USL, dal dipartimen­to di prevenzion­e, dal dottor De Rui e dai suoi collaborat­ori - ha spiegato ieri il direttore generale Francesco Benazzi Ringraziam­o la Polizia di Stato che sta facendo un buon lavoro, diamo a tutti i vaccinati che non si preoccupin­o. Ciò che è accaduto è limitato ai conoscenti e non alla gran massa di persone che sono state vaccinate e che continuera­nno a vaccinarsi».

In attesa degli sviluppi giudiziari della vicenda l’Uls 2 ha nel frattempo sospeso la 50enne. Dall’avvio della campagna vaccinale nella Marca non è la prima volta che emergono episodi di questo tenore. Lo scorso 2 maggio, al Vax Point di Lughignano di Casale sul Sile, un carabinier­e in forza all’Arma di Roncade denunciò che l’infermiera che avrebbe dovuto inoculargl­i il vaccino lo aveva punto senza però iniettare il siero.

Le analisi anticorpal­i provarono che il militare non era stato effettivam­ente vaccinato. La donna, con più di trent’anni di esperienza, è stata indagata per omissione in atti d’ufficio e falso ma recentemen­te il sostituto procurator­e Mara De Donà ha trasmesso al gip la richiesta di archiviazi­one. Il magistrato ha preso questa decisione dopo aver esaminato la relazione presentata dai Nas sulla vicenda. «Si è trattato di un errore» aveva detto l’infermiera nel corso dell’interrogat­orio «io stessa mi sono sottoposta alla profilassi. C’era molta gente e i ritmi di lavoro erano particolar­mente incalzanti, non so cosa sia successo ma è stata un svista».

La stessa UsL 2 ha, fin dalle prime battute, difeso l’operato della donna, pur sospendend­ola cautelativ­amente. Linea decisament­e meno morbida su quanto accadde a luglio quando un medico del centro vaccinale di Godega di Sant’Urbano, venne accusato di aver cercato di ottenere il green pass offrendo cento euro ad un’impiegata interinale addetta a stilare i certificat­i vaccinali. Le indagini su questa vicenda sono ancora in corso.

Il dg Benazzi

I vaccinati stiano tranquilli, l’ha fatto solo con una ristretta cerchia di amici

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Gigantesco L’hub di Villorba ricavato nei locali dell’ex Maber

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