Fingeva di vaccinare gli amici no vax: infermiera sospesa
La cinquantenne lavorava all’hub di Villorba e indirizzava direttamente le persone alla sua postazione
Aveva creato una sorta di «corsia preferenziale» all’hub dell’ex Maber di Villorba. Bastava una finta vaccinazione per ottenere un vero certificato vaccinale. Sono dieci le persone che hanno beneficiato di questo trattamento di favore da parte di un’infermiera trevigiana di 50 anni, con vent’anni di esperienza alle spalle. La donna è stata subito sospesa: indaga la procura.
Aveva creato all’Hub di Villorba una sorta di corsia preferenziale per gli amici più fidati che non volevano vaccinarsi contro il Covid-19 ma che erano pronti a tutto pur di ottenere il green pass. Disposti perfino a fingere che il siero venisse inoculato davvero da un’infermiera compiacente che però, dopo la puntura, puntualmente gettava via la siringa nel bidone, senza premere lo stantuffo. Era una stimata professionista di circa 50 anni, da tempo dipendente dell’Uls 2, a garantire questo tipo di favore ad almeno una decina di persone a lei vicine, tutti conoscenti e amici, sembra del tutto estranei all’ambiente lavorativo.
Sulle mancate vaccinazioni della donna gli investigatori della squadra mobile di Treviso avevano da alcuni mesi avviato un’indagine, coordinata dal pubblico ministero Gabriella Cama, sulla scorta di alcune segnalazioni acquisite. L’infermiera risulta essere regolarmente vaccinata e non è minimamente sospettabile di essere una no vax. A suo carico ci sono le pesanti accuse di falso ideologico (per aver firmato i certificati vaccinali degli amici) e omissione d’atti d’ufficio (per non aver eseguito la vaccinazione). Il blitz che ha portato a far esplodere il caso è avvenuto nel pomeriggio di giovedì quando gli agenti della squadra mobile di Treviso, coordinati dal dirigente Immacolata Benvenuto, sono intervenuti all’ex Maber dove hanno sorpreso la 50enne che aveva poco prima accolto un’amica a cui non aveva iniettato il siero. L’infermiera è stata poi accompagnata in Questura a Treviso per essere interrogata e sono stati messi sotto sequestro i bidoncini di siringhe utilizzati per le inoculazioni. Quelle eseguite ma soprattutto quella non eseguita all’amica della 50enne che stava per ottenere il certificato vaccinale, senza però aver ricevuto nessuna inoculazione. Per lei scatterà una denuncia per falso ideologico in concorso. Stessa sorte toccherà anche per le altre persone della sua cerchia che avevano ricevuto questo davvero particolare favore.
La 50enne, emerge dall’inchiesta, non avrebbe mai ricevuto nulla in cambio della mancata vaccinazione (non sono emerse dazioni di denaro o altri scambi, almeno per ora) e assecondava i desideri solo di persone di sua totale fiducia e affidabilità. Gli amici con cui si accordava erano ricevuti direttamente dalla donna e indirizzati da lei stessa verso la propria postazione. Mentre l’indagine della squadra mobile era già avviata anche il coordinatore dell’Hub vaccinale di Villorba aveva notato alcuni comportamenti poco ortodossi dell’infermiera, segnalandola alla direzione dell’Uls 2 e quindi alla Questura: «La segnalazione è stata fatta dall’USL, dal dipartimento di prevenzione, dal dottor De Rui e dai suoi collaboratori - ha spiegato ieri il direttore generale Francesco Benazzi Ringraziamo la Polizia di Stato che sta facendo un buon lavoro, diamo a tutti i vaccinati che non si preoccupino. Ciò che è accaduto è limitato ai conoscenti e non alla gran massa di persone che sono state vaccinate e che continueranno a vaccinarsi».
In attesa degli sviluppi giudiziari della vicenda l’Uls 2 ha nel frattempo sospeso la 50enne. Dall’avvio della campagna vaccinale nella Marca non è la prima volta che emergono episodi di questo tenore. Lo scorso 2 maggio, al Vax Point di Lughignano di Casale sul Sile, un carabiniere in forza all’Arma di Roncade denunciò che l’infermiera che avrebbe dovuto inoculargli il vaccino lo aveva punto senza però iniettare il siero.
Le analisi anticorpali provarono che il militare non era stato effettivamente vaccinato. La donna, con più di trent’anni di esperienza, è stata indagata per omissione in atti d’ufficio e falso ma recentemente il sostituto procuratore Mara De Donà ha trasmesso al gip la richiesta di archiviazione. Il magistrato ha preso questa decisione dopo aver esaminato la relazione presentata dai Nas sulla vicenda. «Si è trattato di un errore» aveva detto l’infermiera nel corso dell’interrogatorio «io stessa mi sono sottoposta alla profilassi. C’era molta gente e i ritmi di lavoro erano particolarmente incalzanti, non so cosa sia successo ma è stata un svista».
La stessa UsL 2 ha, fin dalle prime battute, difeso l’operato della donna, pur sospendendola cautelativamente. Linea decisamente meno morbida su quanto accadde a luglio quando un medico del centro vaccinale di Godega di Sant’Urbano, venne accusato di aver cercato di ottenere il green pass offrendo cento euro ad un’impiegata interinale addetta a stilare i certificati vaccinali. Le indagini su questa vicenda sono ancora in corso.
Il dg Benazzi
I vaccinati stiano tranquilli, l’ha fatto solo con una ristretta cerchia di amici