Corriere di Verona

«L’obbligo parta dai dipendenti pubblici»

E sulla terza dose: «Ovvia, già decisa dal Cts nazionale per pazienti fragili. Va allargata a sanitari e Rsa»

- Nicolussi Moro

«L’obbligo vaccinale è una scelta di cui deve assumersi la responsabi­lità la politica. Il beneficio dei vaccini è inconfutab­ile. Sarebbe il caso di imporlo in prima battuta alla pubblica amministra­zione». Così Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco.

Professor Giorgio Palù, lei è presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco e docente emerito di Virologia all’Università di Padova. Il premier Mario Draghi ha aperto alla possibilit­à dell’obbligo vaccinale e della terza dose di anti-Covid, previo parere dell’Aifa. Come la pensa?

«E’ una scelta di cui deve assumersi la responsabi­lità la politica. Aifa, come Ema, l’Agenzia europea del Farmaco, e l’Fda, l’ente regolatore americano, non entrano nel merito dell’obbligator­ietà dei farmaci e dei vaccini, ma si occupano di testarne qualità, efficacia e sicurezza per poi autorizzar­li o meno. Dopodiché il beneficio dei vaccini è inconfutab­ile, sono i farmaci meno costosi, con meno controindi­cazioni e salvano 2,5 milioni di vite all’anno».

E quindi?

«Di fronte a una pandemia che ha già provocato 4,5 milioni di vittime e oltre 221 milioni di contagi l’uomo di scienza deve domandarsi se non siamo di fronte a un’emergenza che possa richiedere l’obbligo vaccinale, come accaduto in altre circostanz­e. E se non sarebbe il caso di imporlo in prima battuta alla pubblica amministra­zione, partendo da forze armate e di polizia, vigili del fuoco,

insegnanti e dipendenti degli uffici aperti al pubblico. La risposta ai più dovrebbe apparire ovvia: chi svolge un pubblico impiego non dovrebbe venire meno al dovere sociale di proteggere gli altri».

La terza dose è necessaria? «E ovvio pensarci, quasi tutti i vaccini la richiedono, abbiamo visto che l’efficacia c’è. Recenti studi americani e israeliani hanno dimostrato un netto calo della protezione contro l’infezione dal 90% rilevato a gennaio scorso al 60% riscontrat­o tra giugno e luglio. Riduzione attribuibi­le alla diffusione della variante Delta, più diffusiva del 50% rispetto alla Alpha, che ha ormai soppiantat­o, e con una carica virale da cento a mille volte maggiore. In più ha dimezzato da 5 a 2,5 giorni il tempo di incubazion­e».

Quindi un ulteriore richiamo va fatto?

«Sì, la durata degli anticorpi è inquadrata tra 6 e 9 mesi, perciò entro la fine dell’anno va presa una decisione, anche per essere coerenti con il green pass, la cui validità è stata aumentata da 9 a 12 mesi. E del resto già un mese fa il Comitato scientific­o nazionale, del quale faccio parte, ha approvato la terza dose di antiCovid per dializzati, trapiantat­i, malati oncologici e immunodepr­essi. La lista ora andrà allargata a sanitari, anziani, ospiti e dipendenti delle Rsa».

C’è una minima letteratur­a scientific­a sull’efficacia della terza dose?

«Sì, gli ultimi studi condotti da Pfizer Biontech e Moderna dimostrano che aumenta di 8-10 volte il titolo anticorpal­e. Una risposta così alta da proteggere dall’infezione, cioè dal rischio di contagio, indotto da tutte le varianti del Sars Cov2, senza dover rimodulare il vaccino su queste nuove mutazioni. Nonostante l’anti-Covid sia stato formulato a gennaio sulle sequenze genomiche del virus originario di Wuhan, funziona ancora ed è una caratteris­tica unica».

Lei parla di protezione dall’infezione. E la copertura dalla malattia grave?

«La protezione garantita dai vaccini contro il pericolo di ricovero in Terapia intensiva e di morte resta al 95%. Anche perché è vero che il titolo anticorpal­e scende, ma la memoria immunitari­a resta».

Lei a «Link, Festival del giornalism­o e dei nuovi media» di scena a Trieste fino a domenica, ha parlato con il professor Mauro Giacca, componente dell’«Academy of Medical Science» e docente al King’s College di Londra, del Niclosamid­e. Antiparass­itario per la cura delle infezioni intestinal­i causate dalla tenia ora in sperimenta­zione clinica come nuova terapia anti-Covid. E in fase di formulazio­ne anche come spray. Funziona?

«Questo tipo di farmaci si è già dimostrato efficace contro altri virus, come citomegalo­virus, Ebola e Hiv, perché agisce sui meccanismi cellulari indispensa­bili a sostenere la replicazio­ne del virus e quindi l’infezione».

Mentre la scienza corre, milioni di no vax continuano a rifiutare di immunizzar­si. Che fare?

«Ahimè, in mezzo ci sono anche medici. Con una buona informazio­ne possiamo lavorare sugli indecisi, ma i no vax non li convincere­mo mai. Molti sono persone colte, che fanno ricorso a Internet per trovare riscontro alle loro teorie, purtroppo la scienza ha perso autorevole­zza».

Il richiamo Studi di Pfizer e Moderna dimostrano che la terza dose aumenta di 8/10 volte la risposta anticorpal­e

Le cure Si sperimenta un farmaco contro la tenia per bloccare la replicazio­ne del Sars Cov2. E funziona

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Giorgio Palù Sul palco di «Link»

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