Da Carpaccio a Vedova, da Tiepolo a Bill Viola: le trasformazioni di Venezia viste dalle arti
Tutto è avvolto da una calma sospesa. Un gruppo di uomini e donne viene d’improvviso colpito da violenti getti d’acqua che li travolge: alcuni di loro cadono per terra, altri arrancano e riescono a stento a restare in piedi. Dieci minuti in slow motion per cogliere nell’impatto furente dell’acqua zampillante le espressioni e i gesti individuali dei protagonisti. Al nubifragio che sembra non avere fine segue d’un tratto la quiete, lasciando gli individui storditi. Dalla «zattera», in una sorta di primitiva ritrovata consapevolezza, guardano avanti rinati. A rappresentare simbolicamente l’Acqua Granda del 1966 e del 2019 e quella capacità di sapersi rialzare, sempre, davanti ad accadimenti avversi è l’installazione video-sonora The Raft (2004) di Bill Viola.
È lo straordinario cameo che conclude il percorso della mostra «Venetia 1600. Nascite e rinascite», che celebra i 16 secoli dalla fondazione della città lagunare, aperta da oggi al 23 marzo 2022 nelle sale dell’Appartamento del Doge al Palazzo Ducale di Venezia (info visitmuve.it). Nell’impresa non facile di sintetizzare la storia millenaria e cosmopolita di Venezia, l’esposizione promossa dalla Fondazione Musei Civici racconta i fasti, le crisi e i rinnovamenti che hanno segnato la sua esistenza. Con la direzione scientifica di Gabriella Belli e la curatela di Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino e Andrea Bellieni, 12 sezioni e circa 300 opere (con importanti restauri di Save Venice) e documenti testimo