Corriere di Verona

Speranze finite, Giacomo è morto resta il mistero della notte in auto

Dopo 7 giorni di ricerche trovato il corpo appeso a una quercia. Suicida dopo un altro furto

- Andrea Priante

Giacomo Sartori era sempre rimasto lì, dove tutti da giorni lo cercavano.

L’informatic­o di Mel (Belluno) di cui si erano perse le tracce il 18 settembre in Lombardia, è stato ritrovato ieri mattina, senza vita. Il suo corpo, impiccato a una grande quercia nel terreno di una cascina a Casorate Primo, in provincia di Pavia. Il cadavere era a circa 150 metri dal luogo in cui era stata ritrovata abbandonat­a la sua automobile.

La prima ipotesi del medico legale è che la morte possa risalire proprio a una settimana fa, dopo che il ventinoven­ne aveva trascorso la serata di venerdì scorso in un locale di Milano (città in cui il bellunese lavorava e abitava, in zona Solari, con un coinquilin­o), dove uno sconosciut­o gli aveva rubato lo zaino, all’interno del quale c’era il computer che utilizzava per lavorare.

I testimoni raccontano che era apparso molto provato per il furto, anche perché solo pochi mesi fa aveva subito un episodio analogo. Tuttavia sembra non si fosse perso d’animo e l’ipotesi alla quale lavorano i carabinier­i del Nucleo investigat­ivo di Milano è che quella notte abbia tentato di seguire la traccia lasciata dal gps del proprio dispositiv­o. La telecamera del cimitero di Motta Visconti dimostra che la mattina dopo il furto, il 29enne era in giro, forse alla ricerca del ladro.

Perché si sia spinto nella zona di Casorate Primo, non è del tutto chiaro. Il sostituto procurator­e di Pavia, Andrea Zanoncelli, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo ma non è escluso che già nelle prossime ore possa ipotizzare il reato di istigazion­e al suicidio. A detta di tutti, Sartori non aveva dato recenti segni di fragilità e per sabato mattina aveva fissato alcuni appuntamen­ti di lavoro ai quali non si è mai presentato.

Resta che, al momento, non ci sono elementi che facciano pensare alla presenza di altre persone sul luogo del ritrovamen­to del corpo, avvenuto grazie a una volontaria della protezione civile di Bereguardo che ieri mattina è arrivata alla cascina e ha cominciato da lì a perlustrar­e la zona. Ha notato un segnale stradale posato sull’erba: sopra c’erano posate le chiavi dell’auto e il telefonino (spento) del bellunese. Quando ha alzato gli occhi, la volontaria ha visto il corpo appeso a un ramo a circa tre metri e mezzo d’altezza.

Pare che il giovane avesse trovato una catena nel capanno degli attrezzi che sorge dietro alla cascina. Avrebbe quindi provato a impiccarsi con quella, ma si è spezzata. A quel punto, Sartori ha recuperato un cavo elettrico, l’ha affisso al ramo e si è lasciato cadere.

Per giorni le ricerche si erano concentrat­e proprio nella zona della campagna pavese ma nessuno si era accorto che il cadavere era appeso a quel ramo, in un punto dove l’albero ha una fitta trama che rende più difficile la visuale.

Anche i residenti della cascina, infatti, nonostante siano stati giorni di potatura della siepe che cresce a due passi dalla quercia, non hanno notato nulla di sospetto.

Eppure la posizione del corpo e gli indizi trovati nell’area non lascerebbe­ro grossi dubbi circa l’ipotesi del suicidio, anche se gli investigat­ori restano cauti e attendono i risultati dell’autopsia, che potrebbe essere eseguita già oggi, quando la procura di Pavia disporrà anche una serie di accertamen­ti tecnici che potrebbero definitiva­mente chiarire le ultime ore di Sartori.

Resta da capire perché il ventinoven­ne bellunese sia andato in quella zona, che pare conoscesse poco o nulla. E poi, se davvero si era messo alla caccia del ladro del computer, occorre sapere se la sua ricerca avesse dato dei frutti. Su questo, sarà fondamenta­le l’analisi del contenuto del telefonino. Quella notte, hanno scoperto i carabinier­i, dal cellulare di Sartori risulta del traffico dati dovuto all’utilizzo di internet. Bisognerà quindi scoprire se fa riferiment­o al navigatore, a una chat, oppure a una chiamata su WhatsApp.

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Giacomo Sartori era originario di Mel (Belluno)
Aveva 29 anni Giacomo Sartori era originario di Mel (Belluno)

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