«Grande Castelvecchio», pronti cento ambasciatori
«Un’adesione oltre le aspettative». Così Francesco Monicelli, membro della Civica Alleanza per un Grande Castelvecchio, definisce la risposta che l’iniziativa di giovedì scorso, ospitata da Palazzo Giusti del Giardino, ha riscontrato: un centinaio di candidati si sono presentati per diventare ambasciatori del progetto che il comitato porta avanti da tempo, per di divulgarlo tra la gente. «Solo così – spiega Monicelli – abbiamo la possibilità di far conoscere l’importanza di un cambiamento in direzione dello sviluppo culturale della città». Il comitato, al quale aderisce anche Paola Marini, ex direttrice del Museo di Castelvecchio e dei Civici Musei di Verona, appoggiato dall’ordine degli Architetti e da quello degli Ingegneri, dagli Amici dei Musei e da altre associazioni, ora ha anche l’appoggio della Consulta delle disabilità del Comune. «Perché uno dei grandi deficit dell’attuale museo – spiega ancora Monicelli – è proprio il fatto di precludere alla visita persone con disabilità, motorie o sensoriali. Grande opera di Carlo Scarpa, il museo denuncia, oltre al fascino, anche i limiti della sua età». E non è l’unico deficit importante, dato che mancano spazi per uffici e servizi igienici, oltre a quelli per la ristorazione. Per questo secondo il comitato sono necessarie interventi urgenti di ampliamento e adeguamento, ma l’ostacolo più grande da superare è il trasferimento del Circolo Unificato dell’Esercito, ex Circolo Ufficiali, che dal 1928 ha sede qui: «Il complesso – si legge nel documento del comitato fu dato in uso dallo Stato alla città di Verona per ospitare le collezioni d’arte antica, con la precisazione che il Circolo sarebbe rimasto solo fino a che il Comune non avesse trovato adeguata ricollocazione». E il comitato due sedi alternative per il Circolo le ha trovate: l’ex convento di San Giacomo di Galizia, il cui progetto di riuso è stato donato dagli Amici dei Musei, e palazzo Carli di via Roma, già di proprietà dell’esercito. «L’amministrazione al momento non si esprime – conclude Monicelli -, abbiamo l’appoggio di alcuni consiglieri e di alcuni partiti, ma ci interessa soprattutto l’appoggio della comunità. A quel punto le risorse, anche economiche, si trovano».