Corriere di Verona

Da Jacobs a Tamberi: «Grande dolore»

Nella chat delle Fiamme Oro lo sgomento dei campioni. Le società di atletica: «La gara porterà il suo nome»

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PADOVA C’è una chat che riunisce molti degli atleti delle Fiamme Oro di Padova. È lì che la notizia della morte del dodicenne Carlo Alberto Conte ha raggiunto anche i grandi campioni come l’eroe dei cento metri alle ultime Olimpiadi Marcell Jacobs (che sui social ha pubblicato la foto del ragazzino e l’immagine di un cuore spezzato), la medaglia d’oro nel salto in alto Gianmarco Tamberi e Massimo Stano, che a Tokyo ha vinto la venti chilometri. «Marcell, Gianmarco e Massimo sono rimasti molto colpiti da questa tragedia - rivela il direttore tecnico Sergio Baldo - per tutti è un grande dolore».

Sconvolto anche il capitano Roberto Bertolini: «Noi atleti della prima squadra rappresent­iamo per i ragazzi del centro giovanile una sorta di modello, un riferiment­o e anche un obiettivo a cui tendere. Ci accomuna la passione immensa per questo sport e per questa squadra. So che per Carlo Alberto era esattament­e così: lui voleva fare atletica con le Fiamme Oro e per questo motivo sarà per sempre un atleta cremisi perché non conta quante volte tu abbia indossato questa maglia o i risultati ottenuti, ma solo con quanto orgoglio tu l’abbia fatto».

Ai familiari ieri è giunto anche il cordoglio del capo della Polizia, Lamberto Giannini: «Questa tragica e prematura scomparsa ci addolora tutti. Il grande entusiasmo che Carlo Alberto metteva nello sport, vestendo orgogliosa­mente la maglia delle Fiamme oro, sarà sempre un esempio per i ragazzi. Sono vicino ai suoi cari per questa inconsolab­ile perdita e li abbraccio a nome di tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato».

In una lunga lettera, le società di atletica che avevano organizzat­o la gara di Vittorio Veneto si rivolgono direttamen­te al dodicenne dicendosi «incapaci di accettare quanto ti è accaduto, di venire a patti con i tanti giorni di gioco, di gare, di studio e di avventure che ti spettavano e che ti sono stati tolti». D’ora in poi la competizio­ne sarà intitolata a Carlo Alberto: «Non ti è stato concesso di raggiunger­e il traguardo, ma vorremmo che chiunque correrà in futuro, per quanto riusciremo ad organizzar­e, corra per una gara e un traguardo che portano il tuo nome».

Ma è tutto il mondo dello sport a essere in lutto: «Ai familiari e alla società di appartenen­za vanno le più sentite condoglian­ze del presidente della Fidal, Stefano Mei, del Consiglio federale e di tutta l’atletica».

Cordoglio anche dal mondo politico. «Un dolore straziante - l’ha definito il presidente della Regione, Luca Zaia - che provo assieme a tutta la comunità veneta e al mondo dello sport. Mi unisco in un forte e solidale abbraccio alla mamma e al papà, a tutta la famiglia, ai suoi tanti amici, a tutti coloro che in soli dodici anni di vita lo hanno amato e apprezzato. A volte la vita ci mette di fronte a situazioni difficili, se non impossibil­i, da accettare». La morte del giovane atleta è stata dichiarata martedì, a quarantott­o ore dal malore che l’ha colpito. «Il dolore – aggiunge Zaia – è ancora più grande perché in queste ore abbiamo sperato che i soccorsi efficienti e immediati e l’impegno dei bravi medici dell’ospedale di Treviso potessero ridare la vita a Carlo Alberto. Così non è stato, perché a volte ci ritroviamo ad affrontare prove inspiegabi­li, dolori insopporta­bili, incredulit­à di fronte a una situazione che non può essere così tragica».

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Le medaglie olimpiche Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi
A Tokyo Le medaglie olimpiche Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi

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