Corriere di Verona

Aria di disgelo tra FdI e Lega sulla candidatur­a di Sboarina

Intanto Tommasi «accelera» e nomina parte dello staff

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(l.a.) L’ora X per il centrodest­ra veronese potrebbe arrivare tra oggi e domani. Le votazioni per il Quirinale entrano da questa mattina nella fase decisiva. Se nelle prossime ore avremo il nome del nuovo Capo dello Stato, e se non sorgeranno problemi tra Lega e Fratelli d’Italia, da quel momento in poi le elezioni amministra­tive di primavera torneranno ad essere una delle priorità nelle agende di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. L’ipotesi sul tappeto è quella di cui ormai scriviamo da settimane: i delegati dei due partiti (Stefano Locatelli per la Lega e Giovanni Donzelli per FdI) hanno trovato la quadra sui nomi di Federico Sboarina a Verona e Francesco Peghin a Padova. Il Carroccio veronese frena (ma con sempre minore convinzion­e) sulla base di una decisione del proprio direttorio, che preferireb­be un candidato sindaco leghista (Paolo Tosato o Roberto Mantovanel­li). Ma se a Roma si filerà d’amore e d’accordo sul Quirinale, l’intesa FdI-Lega si allargherà a macchia d’olio su tutte le elezioni di primavera. A Padova, nonostante le tensioni interne alla Lega locale, Peghin sta preparando la comunicazi­one ufficiale della sua candidatur­a, forse per domenica. E a Verona si potrebbe farlo tra questo fine settimana e i primi giorni della prossima. Al momento, comunque, tutti fermi: i big della Lega tacciono, ma ammettono che «c’è aria di disgelo». E i fedelissim­i di Sboarina paiono più sorridenti che nei giorni scorsi.

Sugli altri fronti, Flavio Tosi gira come una trottola tra riunioni, mercatini e conferenze stampa, mentre Damiano Tommasi ha accelerato il suo ritmo»(più da… diesel): ha definito una parte del suo staff, anche sul fronte della comunicazi­one, e sta rivedendo i punti più delicati del programma elettorale. Sul futuro stadio, ad esempio, l’ex centrocamp­ista dell’Hellas e della Nazionale è a favore di un nuovo impianto, di cui avrebbe già parlato anche col presidente del Credito Sportivo, Claudio Abodi, ma ciò non vuol dire che gli piaccia il progetto già presentato dall’imprendito­re messicano Cesar Esparza e di cui il consiglio comunale ha già votato la «pubblica utilità». Si lavora di lima, insomma. Ma in fretta.

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