Edizione, servirà il 62,5% per cedere le società-chiave
Benetton, c’è lo statuto: in cda 2 consiglieri per ramo. Azioni, vendite regolate
TREVISO Una maggioranza qualificata del 62,5% del capitale nell’assemblea di Edizione per approvare le scelte strategiche. A partire dall’eventuale vendita delle quote nelle tre partecipate strategiche Atlantia, Autogrill e Benetton group. E il diritto per ciascuno dei quattro rami familiari di nominare due rappresentanti nel consiglio di amministrazione della holding, di cui un consigliere indipendente. Infine un minuzioso schema di prelazioni e riscatti per l’eventuale cessione delle azioni, con l’obiettivo di mantenere l’unità di un patrimonio da 11 miliardi di euro. Si precisa il quadro delle regole di governo di Edizione, la holding della famiglia Benetton, entro il nuovo statuto approvato, con la trasformazione da srl a spa, nell’assemblea soci del 13 gennaio che ha indicato Alessandro Benetton nuovo presidente, in tandem con Enrico Laghi amministratore delegato, e nominato i primi rappresentanti dei rami familiari facenti capo ai quattro fondatori (Carlo Bertagnin Benetton per Giuliana, Christian e Alessandro per Carlo e Luciano, ed Ermanno Boffa per Gilberto), rimandando a febbraio la definizione completa del nuovo consiglio.
Con il deposito dello statuto al Registro delle imprese si precisa anche una serie di elementi rimasti da mettere a fuoco. Entro uno statuto costruito per assicurare l’obiettivo strategico della holding, definito all’articolo 3, di «assicurare compattezza e continuità nella gestione delle partecipazioni strategiche di controllo diretto o indiretto, anche di fatto, delle società Benetton group, Autogrill e Atlantia». Obiettivo che viene mantenuto attribuendo a ciascuno dei quattro nuclei familiari facenti capo agli eredi di Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo (all’interno dei quali in sostanza il 20% delle azioni e in capo a una società, o a quattro nel ramo di Giuliana, e il rimanente 5% a persone fisiche, in un quadro molto complesso di quote in possesso, in nuda proprietà e in usufrutto, come si evince dal verbale dell’assemblea) il 25% dei 15 milioni di azioni in cui è suddiviso il capitale sociale di 1,5 miliardi di euro.
Per assicurare l’unità del patrimonio di Edizione l’articolo 6 disciplina un minuzioso complesso di regole sul trasferimento delle azioni, compresi gli arbitrati in caso di disaccordo sul prezzo. Possibili nei primi 5 anni solo i trasferimenti entro i nuclei familiari. Dal 2027, in caso di trasferimenti, prevista una prelazione entro i nuclei, con la distribuzione di eventuali quote inoptate ai membri degli altri rami in proporzione alle quote detenute. Infine è previsto un diritto di riscatto ai membri di un nucleo sulle azioni che per via testamentaria escano dal ramo.
Lo statuto prevede poi una maggioranza del 70% del capitale sulle modifiche statutarie e una del 62,5% intanto sulla scelta del cda a nove membri invece che a otto, applicata da subito, dando così la maggioranza ai 5 consiglieri indipendenti. Ogni ramo, se ha almeno il 20%, ha diritto di nominare due consiglieri, uno scelto liberamente (e il 13 gennaio sono stati indicati i primi quattro, esponenti dei rami familiari) e l’altro con requisiti di competenza e indipendenza, scelto da ogni ramo a maggioranza assoluta delle proprie azioni intervenute in assemblea. Il quinto consigliere indipendente va scelto insieme, con una maggioranza del 62,5% del capitale votante. Infine i dividendi: si fissa di distribuire il 50% del minor importo tra l’utile netto di Edizione o i dividendi incassati dalla holding, a meno che, ancora il 62,5%, non decida di evitare la distribuzione.