«La chiave è l’armonia, un modo di vivere»
L’artista: «Nel quadro l’enorme caleidoscopio di una villa che mi ha affascinato»
«L’armonia è la chiave da ricercare, l’armonia è un modo di vivere». A parlare è Matteo Massagrande, vincitore dell’ottava edizione il «Premio Eccellenti Pittori - Brazzale». Il quadro più bello del 2021 s’intitola «Bevadoro», dal nome della località dove si trova la villa veneta rappresentata, ripresa dall’interno. L’inquadratura, dal taglio particolare, esalta grandi vetrate da cui s’intravede il verde di un giardino. Una tela frutto di un ricordo che rivive: «Questo quadro - spiega Massagrande - nasce dal desiderio di tornare in una villa che frequentavo da bambino coi miei genitori, che erano amici dei proprietari. Non una classica villa veneta, una villa in stile Art Nouta. veau che ha ospitato tra le sue pareti poeti e artisti. Marinetti era solito organizzare lì delle serate. Ci andavo quasi come fosse un castigo essendo io un bambinello, mi mettevano su una sedia e mi davano una fetta di torta. Ma in realtà il mio sguardo andava oltre. Quello che mi affascinava in quella dimora erano le luci che penetravano dalle vetrate colorate. Per un bambino era come un enorme caleidoscopio». Ed è la luce, insieme con la materia, la caratteristica inconfondibile della pittura del maestro padovano. Enfant prodige, pittore e incisore dalla grande tecnica, Matteo Massagrande divide la sua attività tra lo studio padovano e quello di Hajòs (Ungheria). «Da giovane - ricorda l’artista - ho frequentato Music, Guidi, Cadorin che mi hanno dato l’imput per andare avanti. Il talento va bene ma non basta. È come lo zucchero in una torServe la ricerca, il sacrificio e la voglia di dire cos’hai nel cuore». Dai suoi frequenti viaggi in Europa e nel mondo continuano a nascere cicli pittorici e grandi composizioni, che fin dal 1973 (con la sua prima mostra a Treviso) hanno dato luogo ad oltre cento personali in Italia e nel mondo, più collettive e concorsi. Le sue opere si trovano in musei, chiese, collezioni pubbliche e private. Alcune sue incisioni sono entrate a far parte del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze.
Diceva dei suoi lavori Ermanno Olmi: «Nei tuoi quadri, ogni cosa evocata è lì sospesa in quell’istante infinito che è l’incanto della poesia». Le sue stanze private penetrano in un mondo intimo e di solitudine. Interni dalle fascinose architetture, con pavimenti antichi e grandi finestre, metafora di una bellezza fugace che rimane, ambienti che sembrano essere stati bruscamente abbandonati dai loro abitanti e dove prevale una dimensione altra. In queste raffinatissime tele l’assenza di personaggi è costante, il tempo e lo spazio sospesi. Sono sensazioni, luoghi, ricordi, odori, colori, vissuti che l’artista vuole condividere. «Ogni mio quadro - conclude Massagrande - nasce dalla memoria ed è reinventato, inserendo quello che mi mancava. Dipingo spazi vivi, spazi dell’animo, della riflessione e dei sentimenti. La matericità è una delle componenti essenziali, perché la materia è anche questa una vibrazione dell’anima». Per girare nelle stanze della vita.
Ho dipinto una villa in stile Art Nouveau che ha ospitato tanti artisti
Ogni mio quadro nasce dalla mia memoria e viene reinventato