Iwb centra i 400 milioni di ricavi Nuova acquisizione negli Usa
Risultati frenati dalla logistica. Il gruppo vinicolo investe 22 milioni sulla base a Miami
Italian Wine Brands centra il primo traguardo, superando i 400 milioni di ricavi nel 2021. Era la traiettoria indicata a giugno, al momento della maxi-fusione che aveva portato a bordo del gruppo vinicolo quotato in Borsa, che ha il suo «motore» commerciale nella trentina Provinco guidata da Alessandro Mutinelli, presidente e ad di Iwb di cui detiene il 7,6%, il gruppo veneto Enoitalia della famiglia Pizzolo, attivo tra Verona e Vicenza, che in Iwb aveva reinvestito dopo la vendita, divenendone il primo azionista con il 16%. E il risultato è ora raggiunto nei fatti, dopo i conti preliminari 2021 pubblicati ieri, che hanno proiettato Iwb a 409 milioni di euro di ricavi pro-forma (considerando cioé il nuovo perimetro per tutto il 2021), con un raddoppio di fatto rispetto ai 204 del 2020.
Risultato rispetto al quale Enoitalia ha portato in dote 208 milioni di euro nel 2021, aggiungendo 26 milioni nel canale hotel-ristoranti e dando un contributo rilevante ai 180 milioni di ricavi in più (da 119 a 299) in quelli all’ingrosso. Ma la diversificazione di Iwb significa anche 82 milioni di fatturato dalla vendita diretta ai privati, di cui 22 di vendite on-line. E ancora c’è da segnalare come i ricavi, per l’80%, 332 milioni, siano raggiunti all’estero.
Risultati cospicui, pur se gli analisti, ad esempio di Banca Akros, avevano all’inizio previsto 30 milioni di euro in più. «Ci siamo arrivati comunque vicini - commenta Mutinelli -. Si poteva fare qualcosa in più, ma i problemi logistici degli ultimi mesi ci hanno permesso di spedire meno merce di quel che avremmo potuto. Bisogna anche fare i conti con la realtà. Ma il risultato è stato comunque raggiunto». E la fusione con Enoitalia come procede? «Farla, una fusione, non è mai una cosa semplice - replica il manager -. Ma qui il feeling è stato buono fin dall’inizio e il rapporto tra le squadre si è rafforzato in questi mesi di lavoro comune: abbiamo fatto anche molti passi avanti nell’integrazione delle attività. Sono molto positivo: c’è entusiasmo».
Il 2022 di Italian Wine Brands può far leva sull’ultima operazione del 30 dicembre, con cui il gruppo ha acquisito l’85% di Enovation Brands, tra il 55% prima in mano ai rami della famiglia Pizzolo e l’ulteriore 30% dei manager attivi nella società, che rimarranno alla guida con una quota del 15%. Operazione da 22 milioni, chiusa con la propria liquidità, che apre a Iwb un canale diretto negli Stati Uniti. Dove Enovation, base a Miami e marchi propri, ha ottenuto tra giugno 2020 e 2021 ricavi per 26 milioni di euro con 2,7 di utile netto contabile. «La capacità di stare sui mercati sarà la chiave di successo per un’azienda come la nostra con un carattere internazionale sostiene Mutinelli - Gli Usa sono il primo mercato estero per valore e volume per il vino italiano. Era importante esserci con una struttura nostra».
Il 2022 per altro sarà complicato anche dalla spirale di aumento dei prezzi. Ma gli analisti - nei recenti rapporti di Banca Akros, Cfo sim e Tp Icap - restano positivi su Iwb, proiettando un prezzo-target in Borsa tra i 55 e i 60 euro rispetto ai 40 attuali. E confermando l’attesa di altre aggregazioni per Iwb. «Probabilmente le faremo - sostiene l’ad -. Supereremo anche questo momento di inflazione: in fondo il mondo è affamato di prodotti del Made in Italy e noi siamo sulla strada giusta: il portafoglio ordini è cospicuo. Il nostro gruppo è solido; potremo guadagnare di più o di meno a seconda degli anni, ma la direzione che seguiamo è di creare un gruppo di rilievo internazionale». Che potrà guardare a possibili acquisizioni per prendere posizione diretta su mercati internazionali decisivi, fa capire Mutinelli. «Mentre in Italia - aggiunge - se ci capitasse qualche occasione ghiotta in aree vocate e in crescita, in cui non ci siamo, probabilmente non ce la lasceremmo scappare». Intanto gli studi degli analisti proiettano Iwb sui 460-70 milioni di ricavi quest’anno e a 500 nel 2023. Prospettive realistiche? «Tutta la nostra squadra - chiude l’ad - è concentrata sulla crescita, sul posizionamento di un nostro prodotto con un nostro marchio ovunque. Sono obiettivi ambiziosi, che ci sentiamo di poter raggiungere».