Speedline, fermati i test per delocalizzare: si tratta
I sindacati controverificano la disponibilità dell’azienda: risolto lo stallo
VENEZIA Speedline, la proprietà interrompe i test per trasferire le produzioni all’estero. E la trattativa per salvare lo stabilimento di Santa Maria di Sala può ripartire. Si sblocca lo stallo intorno all’azienda dei cerchioni per auto del Veneziano, dove gli operai ieri hanno avuto dai sindacati la conferma del blocco delle campionature da parte della proprietà. «Ora - commentano Cisl e Cgil - possiamo tornare a discutere in maniera costruttiva». Inevitabile, però, che ora le le garanzie del gruppo Ronal appaiano meno granitiche, dopo il tentativo della proprietà svizzera di aggirare quanto deciso al tavolo del confronto sindacale.
A differenza di quanto richiesto - e in parte concordato - nell’incontro del 7 gennaio, quando era stata revocata la chiusura dello stabilimento con il trasferimento all’estero delle produzioni comunicato a dicembre, gli svizzeri avevano continuato le operazioni di campionatura, ovvero le prove per trasferire macchinari e produzione altrove. Ciò aveva portato sindacati e rappresentanti della Regione a lasciare il tavolo del ministero dello Svi
luppo economico, 12 giorni fa.
Gli svizzeri all’inizio avevano fatto muro. Ronal aveva evitato il confronto con sindacati, Città metropolitana di Venezia e Regione, ma si era infine presentata al ministero dello Sviluppo economico, davanti a cui aveva prima sospeso la chiusura, e poi ritirata. Già in quella fase però Cgil e Cisl avevano voluto scongiurare ogni tentativo di mandare comunque avanti le procedure di smobilitazione dello stabilimento, pretendendo che s’interrompessero subito le campionature. La proprietà si era detta disponibile a discu
terne, ma poi aveva fatto altrimenti, secondo quanto indicato dai sindacati. La tensione è rimasta alta per tutta la settimana seguente, gli appuntamenti fissati in sede aziendale tra proprietà e sindacati sono finiti sempre in un nulla di fatto, Fiom e Fim hanno rifiutato ogni dialogo, almeno fino a che non sono cambiate le cose.
«Giovedì 27 gennaio - hanno spiegato ieri Matteo Masiero (Fim) e Manuela Musolla (Fiom) - il Ceo di Ronal, Oliver Brauner, ci ha inviato una comunicazione via mail dichiarando il blocco immediato delle campionature e la disponibilità ad avviare velocemente il tavolo ministeriale». I sindacati hanno voluto verificare direttamente, confermando la sospensione delle operazioni di «trasloco»; non solo: «Ronal ha ribadito che, fintanto che continueranno i negoziati e la normale attività, verrà garantita la piena capacità produttiva di Tabina».
Nessuno svuotamento, insomma, almeno per ora: lo stabilimento oggi conta 605 dipendenti diretti e nei giorni scorsi si vedeva prefigurare un futuro ridotto al 30%. Da parte loro, i sindacati sottolineano di aver tenuto fede agli impegni: il presidio ai cancelli è ancora in piedi, ma non ferma più i camion in uscita (ammesso che possano esibire una bolla che indica il cliente finale, non un magazzino dove spostare le scorte per aggirare possibili blocchi). Il gazebo degli operai scattato prima di Natale resterà anche nell’immediato futuro: «Servirà a controllare il flusso delle merci e ad intervenire se necessario», specificano Cisl e Cgil. Nei prossimi giorni il Mise dovrebbe riuscire a fissare un calendario di incontri con tutte le parti.