Progest, ricavi record. Ma pesa il gas alle stelle
TREVISO Progest, i ricavi volano ma lo sguardo è rivolto al confine tra Russia e Ucraina. Perché per una cartiera ormai, a parità di peso, il gas costa più del doppio della materia prima. Il gruppo di Istrana (Treviso) della famiglia Zago archivia un 2021 con un fatturato di 700 milioni di euro, il 60% in più dell’anno precedente, nonostante sulla cifra abbia influito la corsa ad adeguare i prezzi per riversare sui clienti il più possibile i maggiori oneri energetici. In ogni caso ad aumentare è stata anche la marginalità lorda del gruppo veneto, con un Ebitda in crescita del 30% sugli 81,2 milioni del 2020.
«La solidità manageriale dimostrata di fronte a condizioni esterne sfavorevoli – sottolinea il presidente, Bruno Zago - ci consente comunque di pianificare una forte espansione in Italia e di guardare con sempre più interesse ai mercati internazionali». Le condizioni esterne sono presto descritte con i valori assunti dal gas, oggi pagato 330 euro la tonnellata, contro i 50-60 di appena pochi mesi fa (+350% solo a dicembre) e che si confronta con i 150 euro della materia prima. Per convivere con lo choc energetico, riferisce ancora il patròn, «sia pure a fatica abbiamo cercato di riversare i rincari sui clienti: altro non si poteva fare. Comunque sia, i volumi sono cresciuti: la sola componente dei contenitori per cibo da asporto, complici le restrizioni per la pandemia, è cresciuta del 20%». E se i prezzi del gas dovessero continuare a salire la formula non potrà che essere la stessa, a parte spingere il più possibile sull’efficienza degli impianti di produzione. E senza smettere di guardare, tuttavia, anche ad eventuali nuove occasioni di mercato. «Abbiamo cassa per 160 milioni – prosegue ancora Zago – e se arriva qualcosa da cogliere certamente la prenderemo in considerazione, nonostante oggi la nostra priorità sia mettere a frutto gli investimenti compiuti negli ultimi 4 anni, in tutto 500 milioni. Ed è ancora prematuro parlare di aperture del capitale, riflessioni sulla Borsa o altro sono rimandate a qualche anno più avanti».