Corriere di Verona

Hellas, quattro assi da calare

La stagione Pressing, velocità, attacco, intensità. Le analisi del gioco studiato da Tudor portano al poker di elementi tattici base che possono avere il volto di Tameze, Lazovic, Barak e Simeone

- Matteo Fontana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dentro al laboratori­o di Igor Tudor. Quali sono i pilastri del gioco dell’Hellas, lungo la strada che ha portato il Verona a conquistar­e 33 punti in venti partite, ad avvistare la salvezza, con una finestra socchiusa ma che si potrebbe spalancare persino su sogni d’Europa?

Tudor ha disegnato un perimetro tattico in cui spiccano dei principi chiari: pressing, velocità, attacco, intensità. Da queste fondamenta è sbocciato l’Hellas. A quindici turni dalla fine del campionato, la domanda che accompagna le analisi è in che modo il tecnico abbia declinato questi concetti, che sono risaltati subito, fin dalla prima gara con Tudor in panchina, il 19 settembre, col Verona che vinse con la Roma per 3-2 al Bentegodi. Davanti c’era una squadra in gran forma, che viaggiava a punteggio pieno in serie A e in Conference League. È evidente che da allora l’Hellas ha maturato un’identità più marcata, che il tempo ha reso più fluidi gli automatism­i. Ed è altrettant­o ovvio è che ci siano stati degli aggiustame­nti necessari, con gli avversari che ti studiano e adottano mosse mirate per bloccarti. Ma già in quell’incontro emersero le caratteris­tiche che hanno guidato Tudor nel suo lavoro. Il pressing, dunque: portato a tutto campo, con feroce applicazio­ne per non far ragionare l’altra squadra, impedendol­e, quindi, di costruire il gioco. Uno strumento che inizia con gli attaccanti ma che filtra attraverso l’intero assetto impostato da Tudor.

Di giornata in giornata, e in particolar­e da dicembre, a incarnare quest’attitudine dell’Hellas è Adrien Tameze, in grado di esprimere un dinamismo che non pare avere eguali, una dote straordina­ria, questa, per togliere metri a chi c’è di fronte, limitandop­erché ne il raggio d’azione, riducendon­e gli spazi. Pressare alto, pressare ovunque, recuperare palla presto e riproporsi immediatam­ente. Qui scatta la seconda colonna dell’edificiosq­uadra costruito da Tudor: la velocità. Il Verona corre forte, ribalta il gioco con pochi passaggi, accelera sulle fasce. Lo fa con Davide Faraoni da un lato e con Darko Lazovic dall’altro. Proprio Lazovic è stato tra i gialloblù più brillanti nel mese di gennaio: con lui a ingranare, l’Hellas vola, anche sulla sponda mancina c’è un tandem con Gianluca Caprari che sa essere dilagante. E qui si arriva al terzo perno del gioco del Verona: l’attacco. I numeri sono eloquenti, al riguardo. Con 28 gol fatti dai giocatori più impiegati nel reparto avanzato, ossia lo stesso Caprari, Barak e Simeone, l’Hellas ha statistich­e da big internazio­nale. Il totale delle reti siglate dalla squadra dall’arrivo di Tudor è di 40, alla media di due a partita. Volendo trovare un filo conduttore per comprender­e il Verona,

si può dire che i gialloblù prendono la palla con un pressing organizzat­issimo e che non conosce tregua, la muovono velocement­e, innescando gli esterni (o puntando sugli inseriment­i) e la fanno arrivare nella zona d’attacco con diverse soluzioni che innescano poi le punte e i centrocamp­isti.

La costante che consente di giocare così si chiama intensità: la capacità di mantenere per lunghi periodi, durante la partita, un elevato livello atletico, insieme a una forte e continua concentraz­ione. Antonin Barak è ai vertici per questo determinan­te parametro in serie A: copre 11.35 chilometri a partita, ha segnato 8 gol con tre assist, ha tirato 43 volte. È un grande simbolo del Verona in un collettivo che, se un segreto ha, è il lavoro in allenament­o. Perché è lì, giorno dopo giorno, che Tudor ha plasmato una squadra che vuole stupire ancora.

 ?? ?? I pilastri L’Hellas di Igor Tudor fonda il suo gioco e la sua classifica su velocità, pressing, corsa e attacco. In primo piano il rendimento di vari protagonis­ti:
1 Giovanni Simeone, 2 Antonin Barak,
3 Dejan Lazovic e 4
Adrien Tameze
I pilastri L’Hellas di Igor Tudor fonda il suo gioco e la sua classifica su velocità, pressing, corsa e attacco. In primo piano il rendimento di vari protagonis­ti: 1 Giovanni Simeone, 2 Antonin Barak, 3 Dejan Lazovic e 4 Adrien Tameze
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