Corriere di Verona

«Il campo ci dirà chi possiamo essere»

Tezenis finalmente al completo, Ramagli inquadra il match di domani a Forlì

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da Forlì parte l’operazione «alto coinvolgim­ento». La Scaligera, per la prima volta in stagione, avrà tutto il roster a disposizio­ne. E Ramagli, obiettivo del girone di ritorno, vuole un attacco dove ai primi violini Anderson e Johnson, autori del 46% dei punti e unici fin qui sopra la doppia cifra media di fatturato, possano subentrare anche altri esecutori.

«Come riuscirci? Non stravolgia­mo il libro degli schemi, anche se qualcosa nel playbook abbiamo aggiunto — dice Ramagli — il punto è migliorars­i nel non fermare la palla, perché alcuni dei nostri hanno quella tendenza sia a metà campo che a tutto campo, e nell’essere più efficaci sulle terze opzioni: è negli ultimi 6 secondi, quando l’avversaria ti costringe a scavare, che spesso si misura la tua efficienza offensiva». La strada è tracciata. Verona, terza nel girone Rosso di A2, la percorre da domani in casa della nobile Forlì, che si sta ristruttur­ando e per Ramagli è destinata a diventare «una delle prime quattro squadre di A2». Un big-match, sulla carta. Ma anche «una partita al buio», come la definisce il timoniere gialloblù pensando ai romagnoli che non scendono in campo da oltre un mese. Il mirino resta sulla Scaligera. Con l’innesto di Marco Spanghero, l’altro play con Caroti, Ramagli ha fatto intendere che Casarin tornerà a giocare da guardia: «In due gare ha mostrato attitudini difensive che saranno di grande aiuto per la squadra».

Con Rosselli, Anderson e i giovani Udom e Grant, si incornicia un pacchetto-esterni più stabile, senza asterischi d’infermeria. Poi i lunghi: Johnson, Pini, Candussi, Nonkovic. Alla vigilia di Forlì, Ramagli spiega che la crescita dell’attacco in termini di impatto passa anche dai più freschi d’anagrafe. «Casarin è un 2003, Grant un 2002, Udom un 2000, ragazzi di fatto esordienti in A2 (Casarin però arriva dalla A, ndr) ma con una responsabi­lità sulle spalle e cioè trasformar­e i tanti minuti che diamo loro in minuti positivi per la squadra». Per il resto il consiglio è di non farsi prendere dall’immaginazi­one. Nel senso che sì, a Forlì può iniziare una nuova stagione per la Tezenis, ora uscita dal tunnel dei guai fisici. Ma «cosa possiamo diventare con l’innesto di Spanghero e il roster tutto a disposizio­ne ce lo dirà solo il campo — fa Ramagli — di sicuro a Forlì difficile perché loro sono fermi da un bel po’ e non sappiamo niente di quanto hanno preparato. Una partita diversa e quindi più probante come test per i giocatori».

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Time out Alessandro Ramagli alla lavagna tattica con i suoi giocatori

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