Il prof Tessaro: «Il nozionismo non basta, il test va cambiato»
VENEZIA «Gli insegnanti delle nostre scuole sono estremamente preparati e competenti. Le elevate percentuali di bocciature al concorso dipendono soprattutto dalla modalità del quiz: un test a crocette, con molte domande puramente nozionistiche e anche burocratiche, che non pesa assolutamente la reale capacità di insegnare, di rendere semplici concetti complessi». Fiorino Tessaro è professore associato di Ca’ Foscari per le discipline dell’insegnamento ed è delegato, per l’Università veneziana, per la formazione degli insegnanti. In pratica è il coordinatore di quel percorso, che il Ministero ha modellato in quattro esami da sei crediti formativi, che chiunque voglia partecipare al concorso per diventare docente di ruolo deve superare. «Fino a una decina di anni fa, per diventare insegnanti, si doveva seguire una scuola di formazione specifica fatta di teoria e tirocini; ora bastano questi corsi», spiega Tessaro ribadendo però che i risultati del test non dipendono da una presunta scarsa preparazione degli insegnanti precari che aspirano al ruolo. «Non è così, anzi. Tra chi ha trovato più difficoltà ai test è vero che ci sono tanti professori precari ma va ricordato che sono professionisti che insegnano da molti anni e hanno maturato grande competenza e abilità sul campo. Il problema è che questo test, che prevede oltretutto il 70 per cento di risposte corrette per passare, non misura la reale qualità di un insegnante: lo spessore di un docente non corrisponde alle quantità di nozioni che conosce a memoria», aggiunge sottolineando un vero un paradosso del concorso. Il test, soffermandosi su contenuti nozionistici, favorisce infatti i neolaureati che sono freschi di studi: «In questo modo, però, si “facilita” l’accesso al ruolo di ragazzi che hanno studiato ma che non hanno esperienze di insegnamento. Il tutto a discapito di tanti precari che invece stanno in classe da anni». L’esito è che gran parte dei professori che entreranno in ruolo saranno neo-laureati con nessuna o pochissima esperienza che dovranno quindi maturare sul campo. Per questo Tessaro, oltre a un cambio dei test, auspica una riforma del percorso per il reclutamento. Il Ministero si sta muovendo: entro maggio dovrebbe arrivare in Consiglio un decreto legge pensato per migliorare e rafforzare il percorso di formazione. «È necessario un cambiamento perché il sistema attuale, come sta emergendo, produce storture».