Corriere di Verona

Il libro per ricordare Sinopoli tra musica e ricerca spirituale

- Camilla Gargioni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una vita dedicata allo studio di ogni disciplina, dall’antropolog­ia criminale all’archeologi­a, seguendo il filo rosso della musica. Giuseppe Sinopoli, nato a Venezia il 2 novembre 1946, è scomparso precocemen­te a Berlino il 20 aprile 2001 sul podio della Deutsche Oper, dove ritornava dopo dieci anni, mentre stava dirigendo il terzo atto della Aida. La sua figura è stata raccolta, riassembla­ta e riassunta in Gli dèi sono lontani. Giuseppe Sinopoli: una biografia di Ulrike Kienzle, pubblicato da Königshaus­en&Neumann nel 2011, ora tradotto ed edito in Italia dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (traduzione italiana di Clemens Wolken, collana l’Arte armonica Serie III, 2021, pp. 650, euro 40). Il volume verrà presentato oggi alle Sale Apollinee della Fenice (ore 18, www.teatrolafe­nice.it) da Michele Dall’Ongaro, presidente e sovrintend­ente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dal sovrintend­ente della Fenice Fortunato Ortombina, con lo scrittore e cristico musicale Sandro Capelletto, la moglie Silvia Cappellini Sinopoli e con un video-messaggio dell’autrice Ulrike Kienzle. I primi capitoli sono dedicati alla giovinezza, tra gli studi di medicina e quelli musicali al Conservato­rio di Venezia, l’incontro con Maderna e Donatoni. Poi, l’attività di compositor­e, la carriera di direttore d’orchestra, la carica di direttore principale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (1983-1987) e della Philharmon­ia Orchestra di Londra. «Dai 20 ai 35 anni ho studiato, poi ho diretto, e ora sento che ho di nuovo bisogno di tempo per studiare – aveva detto Sinopoli nel 1995 – Perché il mercato musicale di oggi non stimola quasi più il pensiero, è soltanto pura e semplice attività». Secondo Dall’Ongaro, la scomparsa di Sinopoli segnò un vuoto: «Il compositor­e, come figura sociale, almeno in Italia, stava perdendo il peso di una volta – scrive nella prefazione al libro – soprattutt­o ci troviamo di fronte un Paese mutato, dove predomina l’ipersempli­ficazione»». Nel volume sono documentat­i anche l’esperienza al Festival di Bayreuth, la direzione artistica e musicale al Teatro dell’Opera e gli anni trascorsi sul podio della Staatskape­lle di Dresda. Nel 2000, nell’ultima intervista rilasciata a Bayreuth, Sinopoli disse: «La vera bellezza è racchiusa nell’attimo in cui il piacere si trasfonde nella morte e l’elemento spirituale si libera».

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Veneziano Giuseppe Sinopoli, scomparso nel 2001

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