Corriere di Verona

Un altro tesoro riemerge dal sottosuolo di Verona

La villa è del V secolo. Tinè: «Purtroppo non si può fare altro»

- Di Camilla Bertoni

Una conchiglia, o forse un’anfora decorata, e poi un frammento di delfino, e ancora una lunga striscia di mosaico figurato dai colori vivaci. È quanto apparso prima ai tecnici di Agsm e poi agli archeologi subito convocati nell’area tra via delle Logge e via Casaletto a Montorio dove Agsm stava sostituend­o le tubature del gas. Un ritrovamen­to meraviglio­so, risalente al V secolo: si tratta probabilme­nte della villa di Teodorico.

VERONA Una conchiglia, o forse un’anfora decorata, e poi un frammento di delfino, e ancora una lunga striscia di mosaico figurato dai colori vivaci. È quanto apparso prima ai tecnici di Agsm e poi agli archeologi subito convocati nell’area tra via delle Logge e via Casaletto a Montorio dove Agsm stava sostituend­o le tubature del gas. Un ritrovamen­to meraviglio­so, che non ha però sorpreso più di tanto Vincenzo Tinè, soprintend­ente Archeologi­a, Paesaggio e Belle Arti di Verona, Vicenza e Rovigo. «Si tratta di frammenti di mosaico – spiega Tinè – che fanno parte dell’enorme e preziosa villa, conosciuta con il nome di villa di Montorio, ma detta “di Teodorico”. Risalente al IV-V secolo circa d. C., si tratta di un grande complesso fortificat­o di altissimo livello, tale da far pensare a una committenz­a imperiale appunto. Ecco perché abbiamo sempre ipotizzato che il committent­e potesse essere Teodorico o un suo strettissi­mo collaborat­ore di alto rango». Si tratta di una villa di cui sono emersi nei decenni scorsi - l’ultimo ritrovamen­to risale a due anni fa in via Casaletto - diversi frammenti mosaicali e porzioni di muro: «Alcuni resti – continua Tinè – sono conservati al Museo Archeologi­co al Teatro Romano, comunale, altri nei depositi della Soprintend­enza, altri lasciati in situ e ricoperti. Appartengo­no a un edificio di estensione straordina­ria (si ipotizza una superficie di circa 20mila metri quadri), ma non recuperabi­le, dato che si trova in una zona completame­nte edificata».

Il tema allora è quello di come valorizzar­e l’insieme di questi ritrovamen­ti nel loro complesso, compresi questi ultimi alla cui presentazi­one hanno preso parte ieri mattina Stefano Casali, presidente di Agsm -Aim, e il sindaco Federico Sboarina che ne hanno sottolinea­to con orgoglio il valore. «Purtroppo – considera Tinè – non c’è al momento nessuna possibilit­à di valorizzar­e questi mosaici in situ: ci vorrebbe uno scavo dedicato e un progetto specifico da studiare per reperire una soluzione idonea, escludendo coperture in vetro che già hanno dato esiti insoddisfa­centi. Poiché non intendiamo asportarli, saranno studiati, documentat­i e di nuovo ricoperti». Non è ancora chiaro se si possa proseguire nello scavo ampliandol­o ulteriorme­nte, fino al limite delle proprietà private che insistono sulla strada, alla ricerca di ulteriori lacerti. «Sarebbe importante ora – conclude Tinè - mettere a sistema tutte le informazio­ni raccolte pensando a un’esposizion­e museale dedicata, supportata da una ricostruzi­one virtuale, unico modo con cui si possa valorizzar­e la grandiosit­à della villa che ora è frammentat­a e nascosta tra le case di Montorio».

A latere, sindaco e soprintend­ente sono tornati sul danno occorso alla balaustra del palco imperiale in Arena, «una possibilit­à purtroppo attesa quasi ogni anno», dice Tinè. Eventi a cui, secondo Sboarina, si potrebbe far fronte «grazie ai fondi chiesti dal Pnrr per la riorganizz­azione del palco e della platea e dell’accessibil­ità dell’Arena anche in vista delle paralimpia­di che l’anfiteatro ospiterà».

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I mosaici al cantiere Agsm
(foto Sartori) La bellezza I mosaici al cantiere Agsm

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