H-Farm vende la consulenza «Concentrati sulla formazione»
Cedute le attività a Jakala per 38 milioni di euro. Nel 2021 persi 5,6 milioni
VENEZIA H-Farm vende le attività di consulenza digitale. In un’operazione che vale 38 milioni di euro, con i quali ristrutturare parte della posizione finanziaria e disporre dei fondi, anche a costo di sacrificare metà del fatturato, per sostenere il progetto dell’H-Campus: «Il pareggio? Credo lo vedremo nel 2024, nel bilancio a cavallo dell’anno scolastico 2023-’24, quando riusciremo a sviluppare tutte le potenzialità», sostiene il presidente, Riccardo Donadon. L’operazione annunciata ieri riguarda la cessione al gruppo Jakala, per il 60% del fondo francese Ardian, delle società di consulenza sul marketing digitale e le attività informatiche (Hdm, Hes e Maize, resta invece in casa Shado).
L’accordo prevede che alla firma del contratto, tra luglio e settembre, siano versati a HFarm 23 milioni; altri 15 arriveranno entro un anno. A ciò si aggiunge un meccanismo di aggiustamento sulla base del margine operativo lordo, che potrebbe portare altri 3 milioni, e un accordo commerciale per 4 milioni in cinque anni. A sua volta H-Farm investirà 5 milioni in una quota di Jakala. «Avevamo in traiettoria di trovare un partner industriale sostiene Donadon -. In tre mesi abbiamo definito l’accordo. Ora il nostro focus sarà l’education».
Resta che l’operazione cambia non poco H-Farm. Le attività vendute valgono il 55% dei 63 milioni di ricavi consolidati 2021 e contribuiscono con un margine operativo lordo di gestione proforma per 3,5. Tanto che l’operazione, secondo il regolamento delle quotate in Borsa nel segmento Pmi, l’Euronext, risulta cambiamento sostanziale del business e dovrà esser approvata in assemblea dei soci, il cui sì è condizione per andare avanti.
La rinuncia alla consulenza avviene dopo che già da tempo H-Farm ha limitato l’attività sulle startup, di fatto compiendo selezione per altri, ma senza incubazione propria; che per altro potrebbe tornare a settembre, anticipa Donadon, sui progetti che potrebbero venire dai propri studenti universitari. Pur se H-Farm ha un portafoglio di partecipazioni sulle società sviluppate fino al 2015, la cui vendita continua a dare soddisfazioni. Dopo l’incasso di 6,7 milioni nel 2021 dalla vendita di Depop, giusto ieri sera l’acquisizione da Almawave del 100% di The Data Appeal, incubata in H-Farm, e che porterà in cassa altri 747 mila euro. «Abbiamo investito 28 milioni su 125 startup - ricapitola Donadon, alla domanda sul valore da estrarre ancora dal portafoglio -. A oggi abbiamo portato a casa 37,6 milioni e potremo arrivare a 4445».
Resta che la sfida di ripartire da una H-Farm dimezzata e concentrata sulla sola formazione non è di poco conto. Anche perché i dati di bilancio 2021 approvati l’altro ieri dal cda parlano sì di ricavi tornati ai livelli pre-pandemia del 2019, 63,3 milioni di euro rispetto ai 51,7 del 2020, ma l’esercizio si chiude con una perdita di 5,6 milioni, che si aggiungono ai 14,7 dell’anno prima. «Non ci aspettavamo dati diversi da questi: sappiamo che ci vogliono almeno altri due anni scolastici - dice Donadon -. Il nuovo piano industriale sarà pronto a maggio. Ma la traiettoria del precedente ci proiettava a 120 milioni di euro. Con la sola education siamo convinti di poter tornare in qualche anno sui livelli attuali».
Intanto, mentre lascia l’ex ad Alberto Grignolo, resta da capire cosa si attenda H-Farm dal passaggio del controllo di Cattolica a Generali: «Siamo un buon inquilino di Ca’ Tron e Generali è un cliente da dieci anni - dice Donadon - la cosa veramente bella successa con questa operazione è che la guida del Real Estate di Generali, Aldo Mazzocco, è l’ex ad di Cassa depositi e prestiti che ci aveva accompagnato nella costruzione del Campus, che lui adora. Con lui c’è un bellissimo rapporto. Siamo molto contenti, perché siamo tornati un po’ a casa».