«Verona investa sulla qualità del lavoro»
Francesca Tornieri, nuovo segretario provinciale Cgil: «Serve un’idea chiara di rigenerazione urbana»
VERONA Quel tema l’aveva cerchiato in rosso proprio la Cgil, lo scorso gennaio, in un’analisi sui «working poor» che metteva in risalto «la grande diffusione dei contratti a termine e del part-time, rispettivamente l’83% e un/terzo delle nuove assunzioni post-Covid». Adesso, a tornarci sopra, è il nuovo segretario provinciale del sindacato, Francesca Tornieri: «Verona deve investire sulla qualità del lavoro, ch’è andata perdendosi negli anni. Siamo una città che ha costruito gran parte della sua occupazione sul terziario, tra commercio e turismo, ma al netto della stagionalità intrinseca parliamo sempre di lavoro a tempo determinato, spesso e volentieri part-time. Investire sulla qualità significa anche generare sicurezza». Così Tornieri, classe ’73, lei ch’è partita in Cgil come operatrice del patronato Inca, diretto poi fra 2008 e 2014 prima di entrare nella segreteria confederale, dove la delega era quella all’organizzazione, sia con Michele Corso sia con Stefano Facci cioè il segretario da cui — l’altro ieri — Tornieri ha ricevuto il testimone. È la terza donna, Tornieri, a guidare la Camera del Lavoro di Verona dopo Gabriella Poli e Carla Pellegatta. E il suo primo pensiero, oggi che approccia l’incarico più importante, va alla «situazione congiunturale complessa», figlia del «combinato disposto tra le conseguenze economiche di una pandemia che ancora non ci ha lasciati, vista l’ennesima ondata in cui siamo dentro, e le conseguenze della guerra: un contesto generale di criticità che avranno conseguenze anche sul nostro territorio». La preoccupazione, ad esempio, va «al prossimo autunno: il caro energetico — riflette Tornieri — si è già fatto sentire in questi mesi, con alcune aziende energivore o legate alla trasformazione dei prodotti costrette a sospendere l’attività: il percorso di affrancamento energetico dalla Russia non sembra facile, la guerra non credo si risolverà a breve e questo crea una forte preoccupazione per la tenuta occupazionale nelle aziende in difficoltà». È un attimo peraltro, in termini di timori, passare dalla guerra all’inflazione: «I rincari rischiano di complicare ancora di più il mercato», dice Tornieri. E sul fronte della città? I punti che dovrebbero essere sull’agenda del sindaco eletto al prossimo turno elettorale? Per Tornieri «ci sono tematiche da seguire con attenzione: la fusione tra Agsm e Aim che è ancora in fase di completamento, la Fondazione Arena, l’investimento sulla sanità, sulla salute e sulla mobilità sostenibile. Credo che sarà fondamentale, da parte di chi guiderà la prossima amministrazione, avere un’idea chiara di rigenerazione urbana. E ripeto, serve una Verona che investa di più sul lavoro di qualità». Questo perché, rimarca Tornieri, «le fasce più deboli sono sempre più in crescita anche qui». Lo raccontava, qualche mese fa, proprio l’analisi citata all’inizio spiegando, tra le altre cose, come a Verona — dato in linea con quello regionale — un lavoratore dipendente su 6, nonché un lavoratore su 5 se si parla di donne o under 35, guadagna mediamente 7.146 euro l’anno, -60% rispetto alla linea mediana nazionale.
Il caro energia crea forte preoccupazione per la tenuta occupazionale
Pandemia e guerra hanno creato criticità che avranno conseguenze sul territorio