Geox, l’assemblea elegge il nuovo cda e approva il bilancio
TREVISO Nuovo consiglio di amministrazione per Geox, il gruppo della calzatura di Crocetta del Montello (Treviso) guidata da Mario Moretti Polegato che ieri, in assemblea, ha approvato anche i conti del 2021.
Nel board, composto di nove membri, oltre al presidente, al vice, Enrico Moretti Polegato, e a Livio Libralesso, amministratore delegato, entrano Claudia Baggio, Lara Livolsi, Alessandro Antonio Giusti, Silvia Zamperoni, Francesca Meneghel e Silvia Rachela. Gli amministratori rimarranno in carica per un triennio fino all’approvazione del bilancio 2024. Nominato anche il collegio sindacale rappresentato dalla presidente, Sonia Ferrero, Gabriella Covino e Fabrizio Colombo, con Francesca Salvi e Filippo Antonio Vittore Caravati come supplenti.
Via libera, dunque, al bilancio dell’ultimo esercizio che, con ricavi per 609 milioni, segna un recupero del 14% sull’anno precedente, falcidiato dalle restrizioni Covid, registrando anche una vistosa riduzione delle perdite, in valori netti 62 milioni rispetto ai 128 del 2020. Il cda, a fine febbraio, aveva anche previsto un recupero ai livelli del 2019 entro la fine dell’anno in corso,
pronostico rafforzato dall’incremento del 44% delle vendite nei negozi a gestione diretta nei primi due mesi e un balzo del 20% degli ordinativi per le collezioni 2022.
Tutto in linea, dunque, con le proiezioni del piano industriale che dovrebbero vedere le vendite superare i 700 milioni entro il 2024 anche grazie alla continua progressione sui canali e-commerce. Nel 2021 i ricavi generati attraverso le piattaforme online, infatti, sono cresciuti del 30% ed ora valgono circa un terzo di quelli totali.
Sullo scenario, tuttavia, gravano le ombre della guerra in Ucraina, Paese che lo scorso anno ha dato ricavi per 5 milioni i quali si aggiungono ai 51 registrati in Russia, dove la crescita sul 2020 ha toccato il 23% superando i valori dell’anno precedente.
L’assemblea ieri ha anche approvato un nuovo piano di acquisto di azioni proprie, fino al 10% del capitale sociale, al fine di «contenere movimenti anomali delle quotazioni, regolarizzare l’andamento delle negoziazioni a fronte di fenomeni distorsivi legati ad un eccesso di volatilità o ad una scarsa liquidità degli scambi» e al servizio dei piani di stock option per le figure strategiche.