Produzione scientifica, a Verona il primato italiano tra i «grandi atenei»
La classifica dell’Anvur. I risultati saranno utilizzati dal ministero per ripartire i finanziamenti
VERONA Visto il periodo si potrebbe pensare a una piacevole «sorpresa» di Pasqua. Ma in realtà non c’è nulla di «sorprendente» nel nuovo primato dell’università di Verona. Perchè non c’è nulla che possa «stupire» in quello che è stato un lavoro tanto intenso quanto corale. Lavoro che ha portato l’ateneo scaligero a svettare nella classifica - con il primo posto assoluto - tra i «grandi atenei», vale a dire quelli tra i 20mila e i 40mila iscritti, in base al «rapporto Vqr», sulla «valutazione di qualità della ricerca» per quanto riguarda il quadriennio 2015-2019.
Primo gradino del podio che diventa il secondo nella classifica generale di tutti gli atenei italiani, preceduto solo da quello di Trento in base alla «produttività» messa in relazione al numero di docenti. A comunicare la «vittoria» veronese l’Anvur, l’agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, che ha pubblicato i risultati della «stima» della produzione scientifica e delle attività di «terza missione» delle istituzioni di formazione superiore e ricerca italiane. In sostanza se le prime due «mission» dell’università sono quelle della didattica e della ricerca ,la terza è quella della trasformazione tecnologica dei saperi e la loro diffusione sul territorio.
Primato, quello scaligero, dalle non poche ricadute visto che, come ha sottolineato l’Anvur «i risultati della Vqr saranno utilizzati dal Mur (il ministero dell’università e della ricerca, ndr) per ripartire, già dal presente anno, l’80% della parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) e per individuare i Dipartimenti di Eccellenza degli Atenei statali italiani che potranno competere per ottenere un importante finanziamento straordinario destinato a sostenere un progetto di ricerca e sviluppo quinquennale».
Insomma, una bella pioggia di soldi. Il processo di valutazione ha coinvolto 17 aree disciplinari, oltre 90mila ricercatori per 182mila prodotti di ricerca, valutati da 615 esperti disciplinari e da 11.289 revisori esterni. Una vittoria, quella veronese, che quindi - per quanto riguarda la rendicontazione - è stata alquanto «vagliata».
Cosa che fa dire al magnifico rettore Pier Francesco Nocini che «questo risultato ci riempie di legittima soddisfazione ed è sicuramente dovuto all’impegno delle nostre ricercatrici e ricercatori, ma è anche il prodotto del nostro sforzo collettivo, che comprende il supporto del personale tecnico amministrativo, nel quadro di una nuova cultura della valutazione che ha deciso di dare il primato al lavoro di squadra rispetto alle pur legittime aspettative individuali».
E lo sguardo di Nocini è già
Il rettore Nocini\1 Risultato dovuto all’impegno delle nostre ricercatrici e ricercatori e dello sforzo collettivo
Il rettore Nocini\2 Il primato è stato dato al lavoro di squadra rispetto alle pur legittime aspettative individuali
al futuro. «È mia profonda convinzione -spiega - che proseguendo in questo impegno collettivo, lavorando con tenacia e convinzione al miglioramento continuo della qualità della produzione scientifica e della reputazione accademica del nostro ateneo, lo straordinario potenziale della nostra università darà frutti sempre più evidenti e preziosi».