Colombe in volo e uova di Pasqua per mamme, bambini e ragazzi ucraini
«I loro sorrisi messaggi di speranza»
VERONA Sulla collina di Avesa il piccolo Damir sgambetta nel prato in una selva di ulivi: il suo sorriso è contagioso, come quello di Mykola che a Verona è arrivato ai primi di marzo da Kiev insieme ai fratelli Mykhailo e Kostiantyn, e mamma Olena. Papà Viktor è invece ancora sotto le bombe di Putin: «Ieri notte Kiev è stata bombardata, mio marito è lì con i miei genitori - racconta Olena -. Lui lavora per una ditta che produce apparecchiature mediche. Non ci aspettavamo tutto questo, e non so se la pace sia vicina o lontana. So solo che Putin è un invasato e che il popolo ucraino resisterà». Ai suoi figli, ad altri tre altri ragazzi e alle loro mamme il Comune di Verona ha dato accoglienza in un appartamento in piazza Renato Simoni, confiscato alla criminalità organizzata. «Vengono da Kiev, Odessa e Mikailev; la prima cosa che hanno chiesto al loro arrivo è stata una connessione internet per poter comunicare con i loro papà, gli zii e i nonni in Ucraina - spiega Beatrice Boscaini della Cooperativa L’Albero -. Vanno tutti a scuola e hanno molta voglia di imparare». Monica Vaccarella, titolare dell’omonima azienda agricola sull’altura che sovrasta Avesa lungo i tornanti che s’inerpicano alla volta di Montecchio, li ha accolti nel suo uliveto con le uova di Pasqua e due colombe da liberare in volo: «Abbiamo voluto regalargli sorriso e colore - spiega -: liberare due colombe tra gli ulivi è simbolo di pace e speranza». Insieme all’assessore alle Relazioni Internazionali Francesca Toffali, a portare il suo saluto ai ragazzi è arrivato il sindaco Federico Sboarina, e il volo alle colombe lo ha fatto spiccare lui: «Vederli sorridere è un messaggio di speranza. Verona li accoglie a braccia aperte, ma l’augurio che gli faccio è che possano tornare presto a casa perché nessuno ti può togliere la tua terra e la tua famiglia».