Corriere di Verona

Maturità per settemila veronesi Pochi i disagi a causa Covid

Il via con la prova scritta di italiano: sette le tracce tra Sacks, Verga, clima e social

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA Un piccolo «campione» di dieci maturandi. Risultato: quattro scelgono di commentare il brano tratto da «Musicofili­a» di Oliver Sacks, tre vanno sul tema del cambiament­o climatico, due optano per la traccia sui social, uno si tuffa nella novella «Nedda» di Giovanni Verga. Il sondaggio scatta fuori dal liceo scientific­o Messedagli­a, non lontano da Piazza Cittadella, nel giorno della prima prova degli esami di maturità. Esami che, da ieri, occupano 7.040 studenti del 5° anno, nelle scuole veronesi, più 174 candidati che si presentano da privatisti, per un totale di 170 commission­i (per nominare tutti i presidenti si è attinto ai «riservisti») e 1.768 docenti impegnati. Parliamo di esami su cui, fin qui, il rialzo dei contagi Covid non ha influito, se non in minima misura: «Oggi ci sono stati casi di studenti costretti a saltare perché positivi (per loro ci sono le prove suppletive del 6 e 7 luglio, ndr), idem tra componenti di commission­i, ma si tratta di numeri risicati», così Mario Bonini, coordinato­re dei presidi degli istituti superiori di Verona.

La maggioranz­a di chi si diploma tra scuole statali e paritarie frequenta i licei, 3.340 studenti, poi ci sono i 2.494 ragazzi degli istituti tecnici e i 1.206 degli istituti profession­ali. Per tutti loro, ieri, le sette tracce della prima prova. Fuori dal Messedagli­a, Giulia Signorini spiegava di essersi cimentata con «Musicofili­a», un viaggio nei nessi tra musica e funzioni/ disfunzion­i del cervello, perché «mi piacerebbe diventare neurologo e da tempo sto leggendo i libri di Sacks». Per

Giulio Pellizzoni, era inevitabil­e fare la stessa scelta: «Studio al Conservato­rio, suono il violino, è stata l’occasione per un excursus sulla musica dalla Grecia ai giorni nostri». Stessa traccia anche per Sara Chieppe, visto «il ruolo fondamenta­le della musica nelle nostre vite», e per Alessandro Vesentini, «appassiona­to di rap e di Michael Jackson».

Ecco il cambiament­o climatico, allora. Dice Jacopo Pasqualini: «È un problema che riguarda tutti, così ho voluto riflettere su come potrebbero collaborar­e gli Stati e sul fatto che bisognereb­be educare le persone fin da piccole alla solidariet­à». Due suoi compagni di scuola, Paolo e Manuel, spiegano che «siamo legati a vecchi modelli di energia» e che «rischiamo di fare danni ulteriori se agiamo troppo in fretta».

La traccia sui social? Nel suo scritto, Pietro Taioli, si è soffermato sul fatto che «i social complicano un po’ la vita se non si sta attenti a cosa si scrive: nella mia esperienza ho assistito a un caso di post diffamator­io nei confronti di uno studente». Ragiona Irene Enderle che «bisognereb­be pensare prima di postare perché sui social possono uscire cose che ti segnano tutta la vita», e ancora che «sarebbe importante insegnare l’uso dei social a tutti, anche agli anziani». Resta Alessandro Kassem, il cui interesse è stato catturato da Verga: «Era possibile fare molti collegamen­ti con il mondo dell’arte, e poi di Verga, studiandol­o, mi è piaciuta anche l’attenzione al tema dei poveri».

” Ci sono stati casi di studenti costretti a saltare perché positivi idem tra componenti di commission­i, ma si tratta di numeri risicati

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Dopo la fatica Studenti all’ingresso del liceo scientific­o Messedagli­a per il primo giorno degli esami di maturità, scattati con la prova di Iitaliano

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