Corriere di Verona

Ramagli: «Ora il budget, poi subito il roster»

Lunedì il primo incontro tra coach, ds e proprietà. «La formula? Non ci sono imperativi»

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Qui Scaligera, sala comandi: la rotta per la serie A è tracciata. «Ci siamo trovati per la prima volta lunedì. Stiamo mettendo insieme il budget di minima per calibrare la partenza sul mercato. Poi dovremo capire se la strada migliore siano i cinque stranieri oppure sei».

L’aggiorname­nto arriva da Alessandro Ramagli. Al Parco Ottocento, l’altra sera, i tifosi gli cantavano «portaci in Europa». E l’allenatore livornese, il più presente in gialloblù dell’era Tezenis, stampava il francoboll­o di un sorriso felice su una festa «ancor più bella perché non pronostica­bile». Un migliaio di persone, la squadra e la proprietà sul palco, compreso il presidente Gianluigi Pedrollo che ha chiesto «2.500 abbonati in A». Quella A che partirà il 2 ottobre prossimo e su cui il vicepresid­ente Giorgio Pedrollo, il diesse Alex Frosini e Ramagli sono focalizzat­i già da un paio di giorni. Ha fatto capire, Ramagli, che puntare ancora su una quota giovane di scuderia sarebbe un modo per prolungare il senso dell’impresa di quest’anno, vedi i Casarin, Grant e Udom risultati decisivi ai playoff per energia e intensità. «Investire di nuovo su un nucleo di giovani? Per me è possibile — così Ramagli — ma non lo puoi fare con un numero infinito di giocatori: bisogna avere alcuni profili cui dare un ruolo e a oggi è ancora presto». Il tema cerchiato in rosso è quello della formula del roster: 5+5, cinque italiani e altrettant­i stranieri, o il 6+6?

Non pone preferenze, Ramagli, dimostrand­o quanto sia stretto il legame di fiducia che lo lega alla Scaligera: «Non c’è una ricetta gradita all’allenatore o alla società. Talvolta è una scelta obbligata, determinat­a dalle possibilit­à di mercato. Se fai il 5+5 serve un gruppo di italiani importanti, e non è facile reclutarne oltre a quelli che abbiamo già sotto contratto. Il 6+6 consente di avere un livello meno spiccato sugli italiani, permettend­oti di andare su giocatori più facili da reclutare. Però poi c’è l’aspetto gestionale, perché a quel punto devi giostrare un gruppo con tanti stranieri». Intanto, Ramagli spiega che il primo passo riguarda chi è già sotto contratto, cioè i due americani Karvel Anderson e Xavier Johnson, opzione di uscita a proprio favore, i giovani Davide Casarin e Liam Udom e il pivot Francesco Candussi. «Si riparte dagli incontri con loro, per vedere se c’è accordo sulla collocazio­ne tecnica per l’anno prossimo». Va inquadrata anche la situazione di Sasha Grant, classe 2002, in scadenza col Bayern Monaco dopo il prestito annuale qui. Un capitolo a parte è invece capitan Guido Rosselli, che a 39 anni ha davanti a sé almeno altre due stagioni ma in A avrebbe inevitabil­mente meno spazio. Nel frattempo le prime tre idee di mercato sono i lunghi Paul Biligha e Jalen Cannon, uno in scadenza con Milano e l’altro in uscita da Tortona, oltre al play di Udine, Alessandro Cappellett­i, già sull’agenda di Brindisi. A breve

Fine stagione «Questo gruppo mi manca già, è normale quando ti sei trovato sempre a tuo agio»

la Tezenis inizierà a prendere nuova forma.

«Questo roster mi manca già — parole di Ramagli al rompete le righe di due sere fa — com’è normale che sia quando si parla di gruppi in cui ti sei sentito a tuo agio e con cui si è creata grande complicità. Ma è la storia dello sport, guardiamo avanti alla prossima sfida».

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(Ciamillo) Alla guida Alessandro Ramagli, coach della Scaligera che ha centrato la Serie A

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