La sfilata dei templari «Noi siamo apolitici, le ingerenze del vescovo non ci sono piaciute»
VERONA Gli sguardi incuriositi dei turisti che nelle prime ore del pomeriggio sfidano la calura e si aggirano tra le bellezze di Verona; all’Arco dei Gavi, una signora tedesca con marito e i due figlioletti al seguito che mastica un po’di italiano ci chiede se stanno girando un film a Verona sulle Crociate. Non è certo la sola a porsela la domanda la signora, perché è la scena che abbiamo davanti a imporla: sono circa in 150, uomini in tonaca bianca con la croce di Malta sul petto, donne in nero (simbolo della terra e dell’origine della vita, ma a dir poco eroiche sotto il solleone), arrivano dal nord
Italia, ma ci sono anche i veronesi, e sfilano ordinati portando il vessillo dei Templari dal bastione di Porta Nuova alla volta dell’Arco dei Gavi a Castelvecchio e di Piazza Bra davanti all’Arena, i due punti di raccolta e preghiera, un Pater, un Ave e un Gloria. Nessun set cinematografico, ma semmai la marcia dei Templari Cattolici, «la nostra tradizionale Camminata per la Fede» le definiscono. L’associazione «Templari Oggi» è presente con 150 sedi in Italia, 2appresentata nella provincia di Verona dal Priorato di San Zeno con sei organizzazioni dislocate sul nostro territorio: l’impegno dei «Templari Oggi» consiste nel risvegliare i valori della cavalleria e della tradizione dei poveri Cavalieri di Cristo (detti appunto«Templari»), attraverso la preghiera comune e la meditazione, la difesa della fede cattolica e gli studi storici; presidiare, inoltre, le chiese abbandonate, mantenendole con decoro ed aprendole alla popolazione dei fedeli almeno alcuni giorni al mese, e contrastare l’esoterismo. Verona è una tappa di queste camminate, che organizzano un po’ ovunque nel Paese: «Preghiamo per la pace, la fede e Gesù Cristo, del quale ormai nessuno parla più» spiega Giorgio Mauro Ferretti, ossia il «Magister Templi», il presidente dei Templari Cattolici d’Italia. Bene, ma a un solo giorno dalle elezioni e sulla scia del recente intervento del Vescovo Giuseppe Zenti che un gran polverone ha sollevato, un pensiero malizioso sorge inevitabile; ma è lo stesso Ferretti a sgomberare il campo da qualsiasi illazione, anzi: «No, è solo una coincidenza. Noi siamo assolutamente apolitici, e poi a me il vostro vescovo, che tra l’altro dovrebbe già essere in pensione, non piace. Le sue ingerenze nel dibattito politico, e non è la prima volta che succede, non mi sono mai piaciute». E così sia, con Padre Nostro, Ave Maria e Gloria nei Cieli.