Corriere di Verona

Energia e agritech, le imprese riaprono la strada della Serbia

Materie prime, tecnologie e svolta green: missione di Confindust­ria Ven Est

- Federico Nicoletti

Cinquanta incontri diretti con quaranta aziende serbe in due giorni, alla ricerca di partner commercial­i per aprire canali di vendita in loco, ma anche per realizzare joint venture, e di fornitori di materie prime. Si è chiusa così la due giorni a Belgrado della missione di Confindust­ria Veneto Est, che ha riaperto i canali operativi con la Serbia, prima missione, con 15 aziende della Confindust­ria di Treviso, Padova, Venezia e Rovigo, a valle della visita che a marzo aveva portato a Belgrado il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, per riannodare in grande stile i rapporti.

Terreno su cui ha iniziato ora a muoversi un lotto di quindici aziende, con un focus specifico su una serie di settori, come mostrano i le aziende interessat­e dalla trasferta: l’agrimeccan­ica e l’agroalimen­tare, con le aziende del distretto dell’agritech (le padovane gruppo Carraro e Antonio Carraro, con i trattori specializz­ati, ma anche le macchine di Maschio Gaspardo e le macchine per il verde di Peruzzo e gli impianti avicoli di Officine Facco; ma anche Bottega, tra i protagonis­ti nel vino), dove l’Italia sarà ora Paese partner alla Fiera Agricola di Novi Sad. Ma anche un lotto di imprese legate alla logistica, alle infrastrut­ture, ai cantieri e cave e all’energia (le trevigiane Psm, Martino Parisi, Fermo Gas, e la vicentina Aristoncav­i). Delegazion­e guidata direttamen­te dal presidente di Confindust­ria Veneto Est, Leopoldo Destro, con il direttore Gianmarco Russo e la delegata per l’Internazio­nalizzazio­ne, Alessandra Polin, che ha potuto far leva su Confindust­ria Serbia, guidata dal trevigiano Patrizio Dei Tos, l’imprendito­re alla guida dell’azienda dei pavimenti in legno Itlas, che ha in Serbia uno stabilimen­to.

«L’impegno reciproco è stato particolar­mente buono e le prospettiv­e sono promettent­i nei settori della meccanica agricola e agroalimen­tare, e dell’energia, sia nel senso di chi sia interessat­o al biogas ma anche al cambiament­o delle produzioni in chiave di energia rinnovabil­i e dell’efficienza energetica degli edifici», dice Destro, presente anche con la sua azienda, l’Aristoncav­i, interessat­a appunto a verificare gli spazi nei cavi per il settore delle energie rinnovabil­i. «Decisiva anche, di fronte agli interlocut­ori serbi, la presenza di Sace e Simest, e quindi della possibilit­à di finanziare gli investimen­ti, ma anche di Banca Finint - aggiunge il presidente -. Credo che ci siamo mossi con una buona azione di sistema».

Gli incontri tra aziende sono giunte dopo una serie di incontri istituzion­ali, culminati nei faccia a faccia, ieri, con la ministra dell’Agricoltur­a, Jelena Tanaskovic e, l’altro ieri, con la prima ministra serba, Ana Brnabic, che ha segnalato il Veneto tra i principali partner economici della Serbia tra le regioni italiane (814 milioni di euro il valore dell’interscamb­io nel 2022, +12%, con esportazio­ni per 470 milioni). A colpire particolar­mente gli imprendito­ri presenti, la rapidità di risposta ai nodi pratici messi sul tavolo: «Ad esempio sulla legislazio­ne relativa al gas e la ricerca di produttori di biogas spiega Dei Tos -. Ma la Serbia è un’opportunit­à anche sull’idroelettr­ico e le batterie per l’accumulo. Dalle joint venture alle forniture, dalle basi produttive per il nearshorin­g alle vendite in un Paese con un Pil in crescita, la Serbia può costituire un’occasione da tenere in consideraz­ione».

Le voci Destro: decisiva la presenza della finanza Dei Tos: base per joint venture e nearshorin­g

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Destro e Dei Tos ( a sinistra), nell’incontro con la premier serba Brnabic (a destra)
Faccia a faccia Destro e Dei Tos ( a sinistra), nell’incontro con la premier serba Brnabic (a destra)

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