Hellas, da Hien a Ngonge pronte tutte le chiavi per aprire il forziere Toro
Il difensore e la punta, con Verdi e Djuric, i riferimenti gialloblù
Quattro uomini per fermare il Torino, quattro chiavi per spingere il Verona nella corsa a un’incredibile salvezza. Con i granata, domani, inizia l’ultimo sprint per restare in Serie A. Quello più difficile, perché l’Hellas ora ha messo la testa avanti e proprio per questo i rischi aumentano.
Dopo il Lecce, impegnato ieri sera all’Olimpico con la Lazio, oggi tocca allo Spezia in casa con il Milan. Poi, il Verona con il Toro, che arriva al Bentegodi carico e all’inseguimento dell’ottavo posto, con Ivan Juric a guidarlo. Saranno i duelli a decidere molto della gara, secondo il disegno tattico che proprio Juric ha esaltato nel suo Hellas e che è tornato in questo Verona. Fondamentale, intanto, sarà che Isak Hien contenga Tonny Sanabria, togliendogli spazio. L’attaccante granata è in una condizione di forma eccezionale, in stato di grazia. Non smette più di segnare, questa è la sua miglior stagione di sempre. Sono 11 i gol che ha realizzato finora in questo campionato, un record personale. Di questi, otto sono arrivati nel girone di ritorno e in questo periodo è stato spesso immarcabile. A Hien toccherà il compito di arginarlo. Sanabria, peraltro, non di rado ha colpito con il Verona, in passato. L’ha fatto quando era col Genoa: tre le reti siglate nelle partite con l’Hellas, sempre nel 2020, una nel 2-1 con cui il Verona si impose all’andata, una doppietta nel 3-0 che chiuse l’annata. Il Genoa con quel successo si salvò, all’ultimo turno.
Sulla panchina gialloblù c’era Juric, che poi avrebbe voluto Sanabria al Verona. Non se ne fece nulla, com’è stato, a gennaio, per la trattativa che stava per portare Hien al Torino. Anche lui, espressa richiesta di Juric. L’affare andava verso i dettagli, inserito nell’affare Ilic, ma fu Hien a stopparlo, esprimendo o con chiarezza la sua volontà di rimanere all’Hellas, non lasciare la squadra. Ora ne è uno dei leader. E un leader del Verona è Milan Djuric, altro fattore determinante per cercare di inceppare il Torino. Di gol ne ha segnato soltanto uno, per ora, ma proprio nella partita d’andata con i granata. Fu la rete del vantaggio, poi pareggiò Miranchuk. Quell’1-1 fu una svolta per l’Hellas, un segnale, di lì inizio la lunga rimonta. Djuric è il riferimento avanzato, il perno offensivo, il «pigliatutto» sui palloni alti. Da vedere se nel Torino recupererà Schuurs: con l’olandese, per il gigante di Tuzla, sarebbe una sfida tutta forza, muscoli e atletismo. In caso contrario, il duello, non meno duro, sarà con Buongiorno. E poi l’Hellas ha bisogno di tutto il talento di Simone Verdi e Cyril Ngonge. I gol che hanno lanciato la risalita sorprendente del Verona sono stati i loro. Ci sono stati quelli di Verdi al Bologna, alla Cremonese e, prima, al Monza: decisivi per dare all’Hellas 5 punti. I tre di Ngonge con Lazio, Salernitana e Lecce, ne sono valsi 7. Marco Zaffaroni e Salvatore Bocchetti studiano il loro impiego: complicato che siano schierati insieme dal via, molto più probabile che ci sia una «staffetta», com’è stato, col migliore degli esiti, proprio con il Lecce.
Verdi è poi uno dei grandi ex della partita, al Verona è infatti in prestito con obbligo di riscatto dal Torino. Ngonge è invece una scoperta di Sean Sogliano, ingaggiato a gennaio. I sogni dell’Hellas e del popolo gialloblù sono nella testa, nei piedi e nel cuore di questi ragazzi.
A Hien il compito di fermare Tonny Sanabria, attaccante granata in un periodo di grande forma
La tattica In attacco probabile la «staffetta» tra Djuric e Ngonge, con Verdi a guidare la squadra