Le Stanze del Vetro I colori della Boemia
Sei grandi maestri pionieri della scultura contemporanea
Opulenti cesti di frutta e vasi di fiori, colonne svettanti, nuove declinazioni della figura umana, giochi ottici e del pensiero. Dal figurativo al minimalismo e al concettuale il nuovo capitolo a Le Stanze del Vetro, progetto pluriennale Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, è dedicato al «Vetro boemo: i grandi maestri» e presenta le sorprendenti opere di sei pionieri della scultura contemporanea in vetro: Václav Cigler, Vladimír Kopecky, Stanislav Libensky e Jaroslava Brychtová, René Roubícek e Miluse Roubícková.
Curata da Caterina Tognon e Sylva Petrová, aperta da domani al 26 novembre sull’Isola di San Giorgio Maggiore, l’esposizione - realizzata in collaborazione col Museo di Arti Decorative di Praga esplora il repertorio creativo e le tecniche utilizzate da autori storici e contemporanei che hanno sperimentato l’utilizzo del «cristallo nordico», diverso per composizione e lavorazione rispetto alla tradizione
Landau L’anno prossimo una nuova mostra, molto veneziana
muranese: «In Boemia, una delle attuali regioni della Repubblica Ceca, il vetro diventa pietra trasparente», spiegano Tognon e Petrová. A partire dalla presa del potere da parte del Partito comunista nel 1948 e con l’imposizione in Cecoslovacchia di un modello estetico basato sul realismo socialista, un gruppo di artisti si dedicò allo studio delle potenzialità del medium-vetro, a cui vennero applicati procedimenti tecnologici innovativi, forme evolute verso l’astrattismo e concezioni artistiche contemporanee. Il visitatore viene accolto da tre colorate Fioriture di Miluse Roubícková (1922-2015) che fanno pensare ai Fazzoletti della Venini e che si distinguono per la loro sottile ironia. Tratto narrativo peculiare dell’artista è la rappresentazione dell’universo femminile: il suo Banchetto è un’esplosione di bouquet di fiori, vassoi di pasticcini, gomitoli di lane colorate, vasetti di marmellata. Del tutto diverso lo stile dei vetri del marito, René Roubícek (19222018). Elemento caratteristico della sua produzione sono le colonne in innumerevoli varianti, benché i suoi lavori più noti siano le Teste: non ritratti ma persone senza una vera identità. L’idea alla base delle creazioni di Václav Cigler (1929) è il dialogo tra opera e spettatore, che trova nei suoi vetri ottici stupore e poesia. Come in quella Sfera (Uovo arcobaleno) dalla forma brancusiana: «È un uovo tagliato in due e ricomposto, con effetti di luce straordinari, rappresentazione del doppio maschile e femminile a dare il senso della vita», marcano le curatrici.
Seguono le opere di Vladimír Kopecky (1931), artista fortemente performativo che usa il vetro industriale quale «tela» per una pittura informale e che crea installazioni che ricordano la nostra Arte
Povera. La coppia nella vita e nell’arte Stanislav Libensky (1921-2002) e Jaroslava Brychtová (1924-2020) lavora sugli spessori e la trasparenza diventa la quarta dimensione. I due autori rivoluzionano la vetrata eliminando gli inserti in piombo e la figura umana si trasforma in T-Spazio .La mostra si completa con 19 fotografie di Josef Sudek (18961976) scattate in occasione della mostra «Vetro Boemo Contemporaneo», organizzata a Praga nel 1970. Lunedì è in programma il convegno internazionale «Il vetro boemo nel Novecento», organizzato dal Centro Studi del Vetro – attivo dal 2012 e motore de Le Stanze del Vetro - , che nell’occasione inaugura la nuova sede per le proprie collezioni nella restaurata Sala Messina a San Giorgio: «Un ambiente sottolinea David Landau, Trustee di Pentagram Stiftung che accoglie più di 200mila tra disegni e foto d’epoca, oltre 1800 faldoni con gli archivi delle vetrerie. Dall’Archivio Seguso, scoperto grazie a un foglio messo in vendita su ebay e recuperato dalla Germania, a quello di Vistosi, che stava per andare al macero».
Su un pannello è esposta una selezione del campionario dei vetri di Scarpa prodotti da Cappellin e le relative boccette con le polveri di colore. «Un luogo per studiosi e appassionati non solo della memoria ma rivolto al futuro», rimarcano Renata Codello e Luca Massimo Barbero, Segretario Generale e Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Cini. E parlando di futuro, Landau ha confermato che l’attività espositiva delle Stanze del Vetro «proseguirà l’anno prossimo, con una nuova mostra, molto veneziana».