Castel d’Azzano, vince la continuità. Ribaltone a Lazise
Sorpresa anche a San Mauro di Saline. E a Ferrara di Monte Baldo trionfa la candidata della Lega
Dalle montagne fino alle rive del lago e alla Bassa veronese, nei quattro comuni ad elezione diretta non mancano le sorprese. Sul Baldo, a Ferrara di Monte Baldo, dove si sono presentati quattro candidati per neanche 200 votanti, trionfa la candidata della Lega Carla Giacomazzi, con il 70,74% dei voti. Paolo Saggiani si ferma a 38 voti, (20,21%) ed elegge tre consiglieri di minoranza. Nessun seggio, invece, per il politico di lungo corso Alberto Tomiolo, che ottiene 10 voti (5,32%). Lo stesso per Luca Tamburini, della Destra sociale, al terzo tentativo, incassa solo 7 voti, (3,72%) e viene escluso dal consiglio comunale dopo due mandati. «È un onore essere diventata sindaco di Ferrara – commenta la neo prima cittadina – con enorme responsabilità e senso del dovere sento l’emozione di questa vittoria. Mi sono candidata per amore verso questo paese, dove lavoro in Comune da 25 anni come funzionario dell’area amministrativa». In Lessinia, a San Mauro di Saline, (600 abitanti), invece, si consuma il ribaltone: finisce l’era amministrativa di Italo Bonomi (Forza Italia), che al termine del suo terzo mandato ha passato il testimone al suo vice Michelangelo Alberti. Ha vinto, infatti, con un buon distacco l’altro Alberti, Luciano, quarantatreenne con lo stesso cognome ma nessuna parentela: 192 le preferenze, (47,76%), contro i 142 voti, (35,32%), di Michelangelo. Sono 66, (16,42%), invece, i voti per Fabio Baltieri, consigliere uscente di minoranza di Fratelli d’Italia. Due soli voti, lo 0,50%, quelli presi dal 27enne Giovanni Alliney, candidato dei democratici per il centro sinistra. Alberti, di professione bancario, presidente della Pro Loco del paese, ha la fascia tricolore nel dna. «Nel dopoguerra è stato sindaco di San Mauro mio nonno e, poi, anche mio papà per 25 anni: dal 1970 al 1985 e poi dal 1989 al 1999 – sottolinea – È stata una bella vittoria, 50 voti di scarto non me li aspettavo, in fondo la competizione era con un’amministrazione uscente, mentre noi in lista non abbiamo nessun candidato che fosse già stato in consiglio comunale. Quindi iniziamo da zero, ma partiamo subito a lavorare: vogliamo ridare vita al paese perché la gente rimanga a vivere qua». Nella zona Bassa veronese, invece, a Castel d’Azzano, (12 mila abitanti), dove la destra si è presentata divisa, si conferma la continuità. Con il 67,83% e 3.716 preferenze vince Elena Guadagnini, 50 anni, assessore uscente, candidata sostenuta da Lega e Verona Domani, con la civica che porta il nome anche del sindaco uscente al termine del secondo mandato, «Antonello Panuccio per Elena Guadagnini sindaco». Sono 1.416 voti, il 25,85%, i voti presi da Franco Bertaso, 67 anni, medico di base, già sindaco per un decennio e tornato in gioco con il sostegno di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Terzo Polo. Il centro sinistra, che ha presentato Lorenzo Costantini, si ferma a 346 voti, il 6,32%. «Squadra che vince non si cambia, amministriamo da cinque anni e proseguiamo nel lavoro. Panuccio sarà vicesindaco», commenta la neo sindaca. Sul lago, a Lazise, (7mila abitanti), invece, ribaltone: l’opposizione ri-conquista l’amministrazione. Dopo un testa a testa fino alla fine, vince con il 41,85% e 1.494 voti Damiano Bergamini, che stacca di soli 155 voti, Filippo Costa, vicesindaco uscente, che incassa il 37,51%, 1339 voti, lasciando in coda la new entry Marco Zanoni, sostenuto anche dal Pd, rimasto al 20,64%, con 738 preferenze e un seggio di minoranza in consiglio. «Ha vinto la squadra – commenta Bergamini – il lavoro fatto nel tempo ha dato i suoi frutti ed è stato riconosciuto dai cittadini». Bergamini, infatti, è presente in consiglio da tre mandati: dapprima in maggioranza per 5 anni e poi per altri 10 nei banchi dell’opposizione all’era Sebastiano».
Al palo
Due soli voti per Alliney a San Mauro, solo sette per Tamburini a Ferrara di Monte Baldo