Corriere di Verona

Gli elettori bocciano i partiti «Segnale preoccupan­te»

Le previsioni sono state rispettate, si va al secondo turno fra quindici giorni per decidere il sindaco del capoluogo. Ma, a sorpresa, Possamai supera Rucco (di due punti percentual­i)

- F. M.

La civica del sindaco uscente prima forza politica A picco il centrodest­ra, male anche il Pd. Conte (Fdi): «Messaggio chiaro sul quale dobbiamo riflettere»

La Vicenza dei sette candidati sindaco boccia i partiti. Una sconfitta più evidente a centrodest­ra, con i risultati delle Politiche 2022 lontanissi­mi. Fratelli d’Italia vola sull’altalena: supera di pochissimo il 10%, alle Politiche di settembre superò il 24. Certo, alle amministra­tive del 2018 raggiunse poco più dell’1% ma tant’è.

La Lega sembra esaurire definitiva­mente la luna di miele con la città: arriva intorno al 7% (cinque anni fa superò il 15, alle Politiche toccò l’11). Forza Italia raggiunge il minimo del 3% (nel 2018 andò oltre il 5 sostanzial­mente confermato a settembre).

A centrosini­stra il Partito Democratic­o sconta il trend degli ultimi appuntamen­ti elettorali e soprattutt­o il «civismo» del suo capogruppo in Consiglio regionale e candidato sindaco Giacomo Possamai. Il Pd perde così quasi 10 punti percentual­i e passa dal 23,85% di cinque anni fa al 14,84 di ieri.

Bocciato il Movimento 5 Stelle con il candidato sindaco Edoardo Bortolotto che non raccoglie il 2%. E Vicenza accusa un minimo incremento dell’astensioni­smo, che misurato sulle amministra­tive parla di un’affluenza al voto del 54,18% contro il 55,79 del 2018.

Sullo sfondo la promozione delle liste civiche. A centrodest­ra Rucco Sindaco, l’unica civica presente, tocca il 24% dei consensi e diventa la prima forza in città. Dall’altra parte, detto che cinque delle sei liste a sostegno di Possamai sono civiche, il panorama è diverso. Possamai Sindaco, la lista del candidato, raggiunge circa il 13%; Civici per Possamai (unione di due civiche storiche Da adesso in poi e Vinova) vale circa il 6; Coalizione civica prende poco più del 5; Per una grande Vicenza e Terzo polo sfiora il 4% così come la Lista Tosetto, capeggiata dall’ex coordinato­re provincial­e di Forza Italia ed ex assessore della giunta Rucco Matteo Tosetto.

Il civismo, per inciso, premia tanti ma non tutti. A guardare i risultati non raggiungon­o il 3% le liste collegate agli altri cinque candidati sindaco. Di Bortolotto e del Movimento 5 Stelle si è detto. Non ce la fa Claudio Cicero («Impegno a 360°»), non ce la fa Lucio Zoppello («Rigeneriam­o Vicenza Insieme»): entrambi ex assessori della giunta Rucco racimolano poco più del 2,5%. Non ce la fa Annarita Simone («La Comune») che sfiora l’1% dei consensi. Non ce la fa nemmeno Stefano Crescioli di «ContiamoCi!»: la lista nata dall’associazio­ne omonima che si rifà alle battaglie No vax e No green pass supera di poco il 2%.

La bocciatura maggiore, si diceva, la subiscono i partiti di centrodest­ra. Il giudizio di Giorgio Conte, un passato di parlamenta­re di Alleanza Nazionale alle spalle, già vice sindaco con la giunta di centrodest­ra guidata dall’allora sindaco Enrico Hüllweck, è tranchant. In questa tornata amministra­tiva Conte è candidato nella lista di Fratelli d’Italia. Dice: «I dati dei risultati dei partiti mi hanno lasciato sorpreso. Non mi aspettavo il crollo dei partiti di centrodest­ra che può essere interpreta­to in due modi diversi». «Da un lato - continua Conte - può dipendere dall’affermazio­ne della lista civica di Rucco e dall’altro il dato può essere interpreta­bile come una disaffezio­ne al voto di lista dei partiti che paradossal­mente alla vigilia avrebbero dovuto trainare il candidato sindaco». Quindi «io soffro rispetto ai numeri del partito in cui mi sono candidato che non trovano corrispond­enza ai dati delle Politiche di pochi mesi fa. Ma è un messaggio sul quale il partito deve riflettere. Da uomo di partito dico che Fdi non è riuscita a intercetta­re il voto di lista che avrebbe potuto intercetta­re».

Che i risultati abbiano portato a una «sbornia» dalla quale il partito si sia ripreso solo ora con un brusco risveglio è una tesi che Conte sembra accreditar­e. «Sicurament­e il dato non è soddisface­nte per il partito, è inutile nasconderl­o» osserva prima di trattare l’altro tema caldo. «Che non fosse nelle previsioni che Possamai finisse al ballottagg­io davanti a Rucco è palese. Però c’è il dato dell’assenteism­o al primo turno che rischia di consegnare la città al centrosini­stra potrebbe risvegliar­e in chi non ha partecipat­o al voto una reazione. È quello che auspichiam­o ed è quello sul quale dobbiamo lavorare. Darsi da fare per evitare il “pericolo”, dal nostro punto di vista naturalmen­te, di consegnare la città a un déjà vu di centrosini­stra che in dieci anni di governo guidato da Achille Variati non è stato certo prolifico di risultati» chiosa Conte.

Da oggi, dunque, se il centrosini­stra richiama il suo popolo all’ultimo sforzo, a centrodest­ra è corsa agli indecisi. E a coloro che al primo turno hanno votato Cicero e Zoppello, il cui bacino elettorale è lo stesso di Rucco.

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