Corriere di Verona

Nervosismi e facce scure, Rucco: «Ora mi confronter­ò con Possamai tra due visioni di città diverse»

Il flop dei partiti di centrodest­ra, il «club» degli assessori che si sono candidati contro: il sindaco non è riuscito a sfondare «Ma il ballottagg­io in fondo ce lo aspettavam­o»

- di Federico Murzio

Il flop dei partiti di centrodest­ra trascina il sindaco uscente Francesco Rucco al ballottagg­io. Questo e quel quasi 6 per cento raccolto dal «club degli ex di Rucco», dagli ex assessori Claudio Cicero e Lucio Zoppello, candidati sindaco con ognuno la propria lista. Questo, quello e quel 3 per cento incamerato dalla lista di Matteo Tosetto, altro componente del «club degli ex di Rucco» passato a centrosini­stra, ex assessore di Forza Italia, che coglie il voto moderato che bilancia la coalizione di Giacomo Possamai. Insomma: il centrodest­ra si comporta da centrosini­stra e ipoteca il governo della città.

In stradella del Garofolino, sede elettorale del sindaco uscente, la tensione è palpabile fin dall’arrivo dei primi risultati. Intorno alle 17.20 lo staff del comitato elettorale allontana i giornalist­i dalla sala nella quale affluiscon­o i dati dai rappresent­anti di lista. È il momento in cui la forbice di voti è maggiore. A favore di Possamai, naturalmen­te. Francesco Rucco arriva due ore dopo: alla moglie Ilaria va la medaglia della pazienza, è in sede da poco dopo la chiusura dei seggi.

«Non so cosa possa avere inciso per non avere vinto al primo turno. Il ballottagg­io? Ce lo aspettavam­o – dice - ma è solo la seconda tappa di un percorso ed è una partita a se stante. Inutile nasconderc­i che è stata un’elezione polarizzat­a fin dall’inizio Finalmente Possamai e io avremo l’occasione di confrontar­ci tra due visioni di città diverse». Rucco poi aggiunge: «Ora si va da tutte quelle persone che non hanno votato, senza alcun timore, senza demoralizz­arci. Non ne abbiamo motivo». Quindi «la frammentaz­ione delle liste che non pescano voti a centrosini­stra non ha aiutato. Mi auguro che da oggi coloro che hanno votato per Cicero o Zoppello possano trovare compattezz­a e sintonia sul nostro progetto».

Questo riporta alla campagna elettorale. Rucco si è affidato a Marco Marturano, non l’ultimo arrivato sulla scena. Accanto a Marturano l’entourage che sulle strategie e sulla comunicazi­one strategica ha affiancato il sindaco uscente. Ad ascoltare la narrazione del centrosini­stra in campagna elettorale Rucco ha speso più tempo ad attaccare gli avversari che a raccontare ciò che aveva realizzato in cinque anni, due e mezzo dei quali anestetizz­ati dalla pandemia. A spoglio avvenuto la conferma pare solo a metà e sembra accreditar­e la percezione che entrambi i candidati più papabili, Rucco e Possamai, abbiano proposto iniziative straordina­rie sull’ordinaria amministra­zione. Il che, agli osservator­i e agli elettori, non appare necessaria­mente un trampolino per il rilancio della città. Soprattutt­o per un sindaco uscente.

Ciò che emerge tra le chiacchier­e, le analisi della prima ora, i commenti dei sostenitor­i, è che è stata una campagna che ha inghiottit­o prima e sfumato poi operazioni che sarebbero state le carte da giocare. E forse, si mormora in serata, da giocare subito e con insistenza. L’acquisizio­ne di Palazzo Thiene, intanto, ex sede della Popolare di Vicenza, per farne un museo: in una città che ancora sottovoce crocifigge Gianni Zonin (con cui ha fatto affari fino a poche ore prima del crollo) ma che «Guai a parlare male della banca«, l’effetto psicologic­o positivo ha lasciato il segno. L’intercetta­zione di 70 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alcuni dei quali serviranno per la riqualific­azione di Campo Marzo, uno dei parchi storici della città la cui rigenerazi­one è attesa da vent’anni. La conferma di tutti i servizi pubblici durante e dopo la pandemia salvando il bilancio comunale nonostante la crisi. Merito dei dividendi di Agsm Aim, il gruppo nato nel 2021 dalla fusione tra le due multiutili­ty di Vicenza e Verona.

Una campagna elettorale, per inciso, che per lunghi tratti è apparsa un onere esclusivo di Rucco Sindaco, la civica del sindaco, con una coralità della coalizione di centrodest­ra visibile soprattutt­o nei «grandi» appuntamen­ti che hanno visto in città i big dei partiti del centrodest­ra a sostegno del sindaco uscente: il governator­e Luca Zaia, i ministri Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini della Lega; il ministro Adolfo Urso e Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, il ministro Anna Maria Bernini e la capogruppo al Senato Licia Ronzulli di Forza Italia.

Potevano fare di più? «Hanno fatto il loro – allarga le braccia Rucco -. L’importante è che ora tutti corrano nella stessa direzione anche per i prossimi quindici giorni. Pancia a terra e lavorare. Per il resto: non conosco ancora tutti i risultati delle liste ma i numeri della civica (intorno al 24 per cento, Ndr) dimostrano che ha una forza significat­iva propria, che questa coalizione ha una spinta civica e che i cittadini lo hanno riconosciu­to».

Intanto, da via del Garofolino, le parole di Francesco Rucco sono il contraltar­e ai volti delusi. E sono quasi tutti dei supporter o dei candidati della lista Rucco Sindaco. Qualcuno, come l’assessore alla Cultura Simona Siotto, fatica a nascondere una certa irritazion­e. Non è l’unica. I risultati di settembre, quelli delle Politiche, sembrano lontanissi­mi.

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(Foto Sarappa) In attesa Francesco Rucco nella sua sede elettorale, in alto con la moglie (a inizio anno), con Cristina Tolio e con Matteo Celebron
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