Corriere di Verona

Zaia: «Mario il mio erede? Col nostro stile si vince Limite ai mandati assurdo»

Il presidente della Regione in prima linea nei festeggiam­enti a Treviso: «Politica del fare, dialogo, moderazion­e sono la cifra della classe dirigente del futuro, evoluzione naturale della Lega»

- Di Martina Zambon

Nelle ore in cui la riconferma a valanga di Mario Conte a sindaco di Treviso ha fatto riaffiorar­e la tesi dell’«erede», Luca Zaia, presidente della Regione, sorride: «A furia di parlar di eredi, finisce che uno si sente vecchio». Di fatto, fra i due ci sono solo una decina d’anni di differenza, difficile parlare di padri putativi.

Eppure le analogie ci sono: percentual­i bulgare e consenso popolare...

«La verità è che è uno stile amministra­tivo che abbiamo in molti. Mario non è l’erede di qualcuno ma lo stile amministra­tivo è quello: lo stile del fare, della moderazion­e, della crucialità del dialogo. E lo dico anche con una visione di riscatto della classe dirigente. Poi ci chiediamo perché la gente non vota e l’astensioni­smo cresce. Ma noi che mesmette

saggio trasmettia­mo? Pare che i politici siano tutti ladri, i preti tutti pedofili e i magistrati tutti al soldo di qualcuno. Un Paese che ragiona così non cresce ma mi chiedo anche: noi cosa facciamo per dire ai cittadini che se non c’è qualcuno che apre il municipio e l’ospedale va tutto a rotoli?».

Sembra il manifesto dell’orgoglio amministra­tivo.

«Bisogna prendere atto che l’elettorato è mobile. La Lega è passata dall’8 al 17% da settembre a oggi, prendo il dato cittadino di Treviso. Non è che gli elettori hanno subito un elettrocho­c, vuol dire che votano la persona e il progetto. Una mobilità che ci dice anche altro: il cittadino è molto più avanti di noi, non percepisce più centrodest­ra e centrosini­stra, una visione ormai superata. Io non rappresent­o un partito che vale quasi il 78% in Veneto bensì un progetto di governo in cui si è riconosciu­ta anche gente che non ha nulla da spartire con la mia idea politica».

In questa tornata elettorale, infatti, la Lega ha ritrovato un certo abbrivio.

«Ogni elezione è una storia a sé. Io che ho vissuto tutte le fasi della Lega, ne ho vissuto anche l’evoluzione. A inizio anni 90 il dibattito sul restare Lega barricader­a, anti-sistema, di lotta o se evolvere verso una Lega di governo era molto acceso. Erano gli anni in cui il leghismo era un’eresia, ci si vergognava a candidarsi, si faticava a riempire le liste. A distanza di 30 anni, oggi con una sintesi storica evidente, i risultati elettorali ci dicono che il consenso si guadagna con l’azione politica e con la scelta identitari­a ma il turbo ce lo poi il governare. A Treviso governiamo dal ‘94 con la sola parentesi di Manildo. E poi, non voglio incensarmi, ma penso di averlo dimostrato anch’io. È stato fatto un percorso di evoluzione naturale, la Lega ha cambiato pelle molte volte ma restiamo gli stessi. Aver affrontato con responsabi­lità l’azione amministra­tiva ci ha reso credibili agli occhi dei cittadini».

FdI cerca il posizionam­ento sul territorio.

«A Treviso il sorpasso non c’è stato ma ogni partito vive ascese e cadute, è la storia di tutti. Noi abbiamo un po’ più credenzial­i oggi perché siamo il partito più vecchio in circolazio­ne e non siamo percepiti come un problema».

Sulla possibilit­à che Conte possa candidarsi alle prossime regionali lei ha fatto notare che due anni e mezzo sono un’era geologica.. come dobbiamo leggerla? Correrà per un altro mandato se la norma lo consentirà?

«A oggi non sono candidabil­e, punto. Devo dire che mi fa piacere che la gente mi fermi in continuazi­one, anche gli alpini me lo urlavano l’altro giorno. Ma la norma quella è. Magari la cancellazi­one al limite dei mandati non la vogliono fare ora perché posso risultare scomodo ma, lasciamo stare

Cos’è il centrodest­ra? Il cittadino è più avanti di noi, centrodest­ra e centrosini­stra sono visioni ormai superate

” Alleati in ascesa Fratelli d’Italia cresce ma noi abbiamo un po’ più credenzial­i perché siamo il partito più vecchio

me, in generale, non capisco perché gli unici ad avere il blocco dei mandati siano sindaci e presidenti di Regione, gli unici eletti direttamen­te dal popolo. Posto che sono per il presidenzi­alismo. Volete dirmi che approviamo il presidenzi­alismo col blocco dei mandati? Lo troverei assurdo...».

Come finirà a Vicenza?

«I francesi dicono che al primo turno si votano i partiti e al secondo il candidato, noi abbiamo un ottimo candidato»

 ?? ?? L’abbraccio Mario Conte, rieletto sindaco di Treviso, con Luca Zaia ieri sotto la Loggia dei Trecento in piazza dei Signori, festeggian­o la vittoria
L’abbraccio Mario Conte, rieletto sindaco di Treviso, con Luca Zaia ieri sotto la Loggia dei Trecento in piazza dei Signori, festeggian­o la vittoria

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy