Corriere di Verona

Autonomia bocciata dal Senato Poi le scuse: «È solo una bozza»

- Martina Zambon

A metà pomeriggio un post del profilo ufficiale del Senato deflagra sull’autonomia differenzi­ata che viene «bocciata» pesantemen­te. In molti, a Nordest, quasi non ci credono, le testate nazionali parlano di «giallo». In buona sostanza si teme (spera?) che si tratti di una bufala o di hackeraggi­o. Invece, in serata, arriva una nota di Palazzo Madama che parla di «errore tecnico nella pubblicazi­one di una bozza non verificata».

Dal rischio di non riuscire a conservare i livelli essenziali delle prestazion­i (peraltro non ancora definiti e oggetto del neo insediato Comitato di saggi) a quello di perdere quei risparmi possibili grazie alle economie di scala, il post incriminat­o cita un dossier del Servizio del bilancio del Senato che avanza forti dubbi sul ddl Calderoli.

Il documento, pubblicato anche sul sito del Senato e ancora consultabi­le con la dicitura «bozza provvisori­a non verificata», analizza articolo per articolo il ddl presentato dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli ora all’esame della commission­e Affari Costituzio­nali del Senato. Pone rilievi sugli effetti dal punto di vista finanziari­o delle disposizio­ni e una serie di interrogat­ivi: una forte crescita del bilancio regionale e un ridimensio­namento di quello statale, il rischio di non riuscire a conservare i livelli essenziali delle prestazion­i in tutte le Regioni, con maggiori difficoltà per le regioni più povere, e il venire meno di economie scala. «Vuol dire che le nostre preoccupaz­ioni, le nostre critiche e le nostre contrariet­à erano e sono fondate», attacca il capogruppo del Pd al Senato e già titolare di via della Stamperia, Francesco Boccia in buona compagnia con i 5S. «Una bozza provvisori­a, non ancora verificata, sul disegno di legge sull’autonomia è stata erroneamen­te pubblicata online. - getta acqua sul fuoco il Senato - Il Servizio del Bilancio si scusa con la stampa e con gli utenti per il disservizi­o arrecato».

Fra gli «utenti» c’è un Luca Zaia fuori di sé: «Ma stiamo scherzando? Il profilo LinkedIn così come il sito del Senato hanno un amministra­tore. Parliamo di canali di comunicazi­one istituzion­ali e non politici. Significa che l’amministra­tore è intervenut­o in maniera impropria o ha dato le chiavi per accedere a profilo e sito ad altri. Ho letto il testo pubblicato e lo trovo inaccettab­ile, lo boccio dalla prima all’ultima riga. Un testo inappropri­ato e, soprattutt­o, disinforma­to. Faccio appello al presidente La Russa perché chiarisca questa vicenda increscios­a. Sarebbe come se io, nel sito della Regione, pubblicass­i un commento denigrator­io su un provvedime­nto del governo. Il rapporto fra istituzion­i deve essere limpido come l’acqua di fonte. Qui bisogna capire chi ha scritto e pubblicato questa cosa. Vogliamo il nome e cognome». Intanto, martedì iniziano le audizioni sull’autonomia in commission­e Affari Costituzio­nali giusto in Senato. E fra i convocati ci sarà anche Zaia. L’incidente diplomatic­o di ieri probabilme­nte non aiuterà.

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Il post apparso sul profilo ufficiale del Senato sul social network «Linkedin», nato per far incontrare domande e offerte di lavoro
Su Linkedin Il post apparso sul profilo ufficiale del Senato sul social network «Linkedin», nato per far incontrare domande e offerte di lavoro

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