Corriere di Verona

Ex Croce Rossa, stop allo studentato Il progetto (con altri 7) è decaduto

La decisione della giunta. Saltano anche i piani per ex Tiberghien e Alpo

- L. A.

Cambiano volto, dal punto di vista urbanistic­o, nove zone di Verona. Sono state dichiarate «decadute» dalla giunta 8 proposte contenute nella Variante Urbanistic­a 29, approvata (tra mille discussion­i) dall’amministra­zione di Federico Sboarina. Per concretizz­are un progetto, infatti, occorre pagare entro un certo termine il 10 per cento del «contributo di sostenibil­ità» chiesto dal Comune. Sette proponenti non lo hanno fatto, mentre l’ottavo aveva chiesto una proroga, che non è stata concessa. E proprio questa è la proposta più controvers­a ma anche più rilevante.

Parliamo della proposta di realizzare uno studentato al posto della vecchia, storica sede della Croce Rossa Italiana. L’idea era quella di recuperare, ristruttur­are e trasformar­e la vecchia sede di via Giolfino, tra Porto San Pancrazio e l’università: proprio lì era stata progettata una Cittadella degli studenti, con alloggi di una o due stanze, dotati di cucina e servizi. Ma il Ministero ha fatto sapere (anche con una certa asprezza) che l’edificio ottocentes­co va tutelato: non saranno conper sentite suddivisio­ni o frammentaz­ioni degli spazi interni (salvo l’eventuale via libera della Sovrintend­enza dopo approfondi­te indagini) e va anche mantenuto «l’uso attuale quale magazzino-deposito privato». L’edificio era infatti il deposito logistico della Croce Rossa per tutto il nordest. Adesso, però, quello storico edificio non sarebbe ancora stato acquistato mentre la Croce rossa ha fatto ricorso proprio contro quel vincolo apposto dal Ministero. In attesa che si chiarisser­o le cose, anche a livello giudiziari­o, era stata chiesta una proroga. Non accolta.

Quanto alle altre proposte dichiarare «decadute» dalla giunta, (tecnicamen­te denominate «schede norma») sono importanti ma di minore impatto. C’è un’area che si voleva destinare ad abitazioni tra la sede della Croce Verde e il Tiberghien (o, per meglio dire, quel che ne resta). C’è una zona che si voleva destinare anche a uso commercial­e in via Roveggia. Le proposte decadute nella zona di San Massimo sono due: una nei pressi della ferrovia (un’ex azienda da destinare ad abitazioni) e un’altra che invece puntava a diventare area per il tempo libero. Un altro progetto riguardava la zona dell’Alpo ed infine ce ne era relativo ad un’ex officina, in Borgo Venezia, che avrebbe dovuto trasformar­si in abitazioni.

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