Corriere di Verona

Hellas, il fantasma del gol tra flop, infortuni e «legni»

Solo 0,8 reti a partita, peggio solo la Samp: occorre l’accelerazi­one finale

- Matteo Fontana

C’è un fantasma che si aggira nel gioco del Verona: quello del gol. Un guaio grosso per l’Hellas che dura da tutta la stagione e che conta ancora di più ora, con tre giornate davanti e la salvezza sul filo.

Ha dell’incredibil­e che i gialloblù, nonostante un rendimento offensivo tanto modesto, siano in corsa per restare in Serie A. Con Atalanta, Empoli e Milan, l’ultimo rilancio per segnare le reti decisive. I numeri sono espliciti: 28 i gol fatti dal Verona, a fare peggio è stata solamente la Sampdoria, già retrocessa, che ne ha siglati 21.

Tra i tanti problemi che ha avuto e che ha il Verona, non c’è dubbio che proprio la scarsissim­a capacità realizzati­va sia il peso maggiore, la zavorra che ha ancorato in basso una squadra che è passata per tre gestioni tecniche (con Gabriele Cioffi, Salvatore Bocchetti

da solo e poi affiancato da Marco Zaffaroni) e mai ha trovato una soluzione.

L’Hellas ha segnato 0.8 reti di media per partita. Il suo miglior marcatore è Simone Verdi, a quota 5, seguito da Darko Lazovic e Cyril Ngonge con 3. In totale, 11 gol.

Se si guarda ai dati dello scorso campionato, il confronto è persino imbarazzan­te e, una volta di più evidenzia quale sia stata la causa principale del tonfo all’indietro del Verona. Giovanni Simeone (17), Gianluca Caprari (12) e Antonin Barak (11) portarono la soglia a 40.

Altro mondo, altro Hellas. Quanto ai sostituti, detto di Verdi, che ha comunque offerto, nel girone di ritorno, un contributo significat­ivo, e di Ngonge, ingaggiato al Verona a gennaio, il resto si ferma a

poco. Thomas Henry, preso in estate, di gol ne ha fatti 2, poi ha patito il crollo della squadra e quando, in inverno, stava per essere ceduto, si è infortunat­o al ginocchio, chiudendo in anticipo la stagione. Milan Djuric ha firmato una rete, come pure Adolfo Gaich.

Tra le rivali del Verona per salvarsi, lo Spezia ha tratto uno slancio decisivo dai 13 gol di Nzola, il Lecce l’ha ricevuto dagli 8 di Strefezza (e 6 li ha messi a segno Ceesay).

Per chiarire il concetto, visto che lo Spezia di marcature ne ha totalizzat­e 30, significa che poco meno della metà arrivano da Nzola. E 30 sono pure quelle del Lecce.

L’Hellas ha chiuso 13 partite su 35 senza reti. È accaduto con l’Atalanta, la Lazio, la Fiorentina (a Firenze e al Bentegodi), con la Juventus (a Verona e all’Allianz Stadium), con l’Inter (anche con i nerazzurri, tanto in trasferta quanto in casa), con la Roma, il Monza, lo Spezia e il Napoli – soltanto con questi due ultimi avversari è riuscito a prendere un punto pur non segnando, tenendo lo 0-0 – e col Torino. Con Cioffi in panchina, i gol fatti sono stati otto in nove giornate. Con il solo Bocchetti alla guida, quattro in sei. Con il duo Zaffaroni e Bocchetti, 16 in venti.

Ma occorre sottolinea­re che all’Hellas non è neppure girata bene, visto che la squadra ha nel frattempo colpito 14 tra pali e traverse: ne hanno presi di più soltanto Juventus e Roma (16) e il Napoli già matematica­mente campione d’Italia (15). Ci sono tre gare per far girare la ruota del gol, le potenziali­tà insomma ci sono.

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(foto LaPresse) Voglia di riscatto La lotta di Ngonge contro il Lecc: una gara in cui il gialloblù ha segnato

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