Leoni Virtus, soffre anche Zeman
Playoff: il Pescara, bloccato al Gavagnin, segna il pari in rimonta. Lunedì il ritorno in Abruzzo
Il primo tempo tra Gigi Fresco e Zdenek Zeman finisce in parità. E ciò vuol dire che la Virtus, lunedì all’Adriatico di Pescara, avrà un solo risultato per accedere ai quarti di finale: la vittoria.
A consultare il bilancio di stagione, viene da dire che sarà missione ardua ma possibile, perché lontano dal Gavagnin i rossoblù vantano 35 punti, frutto di nove vinte, otto pari e tre ko. Certo, gli abruzzesi sono una brutta bestia: lasci loro quel paio di metri di troppo e sapranno accendersi come poche altre squadre. Un congegno, quello del Delfino di Zeman, basato sulla velocità delle catene laterali, in particolare di Delle Monache e Merola, due trottolini mica da ridere. Sapeva di doversi allacciare la Virtus, e in parte c’è riuscita, ieri sera, davanti ai circa 1.200 spettatori del Gavagnin, ma non abbastanza. Dopo aver eliminato Novara e Padova, staccando il pass per i playoff nazionali di C, la squadra di Fresco ha confermato tutto il proprio impianto di base. Formazione standard, al netto di Hallfredsson inizialmente seduto. E solito incipit, a sgommare e
In campo
Il gol di Danti per il pareggio 1-1 della Virtus dopo la rete siglata da Delle Monache (Fotoland)
cavalcare quelle ripartenze su cui Zeman aveva già messo in guardia i suoi. Nei primi 5’, ieri, il Gavagnin si è surriscaldato due volte, quando Lonardi sfiorava il palo e Tronchin impegnava Plizzari da pochi passi. Approccio sfrontato, senza pensieri, nella miglior tradizione Virtus. Peccato che nemmeno Gomez, di testa, sapesse coronare tutto lo sforzo collettivo.
Lancia in resta, ma davanti c’era il Pescara e bastava un amen perché s’azionassero i meccanismi offensivi di Zeman. Come alla mezzora quando Delle Monache godeva del primo squarcio di campo disponibile: galoppata, Tronchin e Ruggero spiazzati, destro basso e Giacomel battuto. Contraccolpo? Lieve. Un quarto d’ora e la Virtus impattava con Danti, tap-in su destro di Tronchin respinto da Plizzari. Mosse dell’intervallo: Hallfredsson per Fresco, Aloi e Mora per Zeman, per alzare il tasso d’esperienza. Bloccata per vasti tratti, la ripresa è parsa incendiarsi al gol di Casarotto per la Virtus: un bel mancino dentro l’area, per il 25enne vicentino che, fino a pochi anni fa, lavorava di giorno come operaio in una conceria. Peccato che il Pescara, lì, abbia saputo trovare nuovamente l’affondo, approfittando di un altro di quei momenti in cui, la mediana della Virtus, è andata a scoprirsi: scatto profondo di Merola, palla dall’altra parte e Delle Monache a infilare. Ultimo episodio sul taccuino, le proteste Virtus per un presunto «mani» in area del Delfino. Adesso scatta il secondo tempo in Abruzzo. Testa di serie in quanto terzo nel girone C — la Virtus è arrivata settima nel proprio raggruppamento — il Pescara avrà il vantaggio di due risultati su tre disponibili.
L’impresa, per la Virtus, non è impossibile. Ma il duello di ieri racconta che col Pescara di Zeman non ci si può distrarre un secondo.