Altri 230 alloggi e «no tax Area» ampliata: l’ateneo guarda al futuro
Inaugurato l’anno accademico, Nocini: «Sconfiggere l’indifferenza, un tavolo interistituzionale»
Il prologo è stato VERONA un’ora prima dell’inizio ufficiale della cerimonia. Ed è stato con quella che lui, da sempre, considera la sua vera platea. Con quegli studenti con cui si è confrontato ogni giorno, da quando sono state montate le tende per l’emergenza abitativa. E che anche ieri ha voluto incontrare prima della parte istituzionale. Si è presentato a quelli che non lo conoscevano. «Sono il rettore Nocini. E i vostri colleghi di Verona sanno che sono uno che non demorde», l’attacco. E in realtà lui, Pier Francesco Nocini, il magnifico rettore dell’università di Verona, ieri - all’inaugurazione dell’anno accademico di non demordere ne ha dato prova.
«Il mio pensiero potrebbe essere sintetizzato da questa espressione: l’istituzione resta, ogni rettore ha il compito di interpretare il suo tempo per creare le opportunità e gli strumenti per realizzare una continua crescita dell’ateneo», ha esordito - dopo aver chiesto un minuto di silenzio per le vittime del nubifragio in Emilia Romagna - in un’aula magna del Polo Zanotto gremita e davanti al ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini. «Abbiamo deciso tutti insieme di intraprendere un percorso che guarda al futuro ben al di là del mio mandato, attraverso azioni mirate: uno sviluppo scientifico-tecnologico promosso mediante il coinvolgimento delle risorse del nostro territorio; una crescita sostenibile dei saperi realizzabile grazie al lavoro dell’ateneo che ha portato al riconoscimento di ben 6 dipartimenti di eccellenza; una nuova partnership con la nostra città, per trasformare Verona in città universitaria. E per fare questo sono stati e saranno necessari consistenti investimenti umani e finanziari». Ha dato le cifre di un ateneo che si sta aprendo al suo 41esimo anno di vita e che è catapultato sul futuro, Nocini. Circa 30 mila tra studentesse e studenti insieme a dottorandi, assegnisti, borsisti e specializzandi, con 857 docenti e 821 componenti del personale. E una struttura formativa che include una Scuola di Medicina e Chirurgia, una Scuola unica di Dottorato di Ricerca con 18 corsi strutturati, di cui 3 interateneo, 8 Centri Servizi e di Ricerca, 18 Centri interuniversitari, oltre al Centro Interuniversitario di Ricerca di Rovereto, 45 Scuole di Specializzazione, 30 Master. «In 4 anni siamo passati da 63 a 78 corsi di studio. Per l’anno accademico 23-24, arriveremo a 81 corsi complessivi, quindi 18 corsi di laurea in più attivati in questi primi tre anni». Poi il pensiero è tornato a loro. Agli universitari. Ai «temi di grandissima attualità che sono fonte di forte preoccupazione per gli studenti e le loro famiglie. Grazie alla costante collaborazione con l’Esu di Verona, siamo riusciti ad assicurare il posto alloggio a tutti gli studenti idoper reddito e per merito come fissato dalla normativa sul diritto allo studio. Tutto questo è sufficiente? La risposta è “no”». Ma i risultati non sono mancati. «Con Esu, Comune di Verona e Fondazione Camplus, - ha spiegato Nocini - abbiamo trovato 30 posti letto nel quartiere Filippini alle tariffe previste per il diritto allo studio: posti oggi tutti occupati. Sempre in collaborazione con l’Esu e con la Curia di Verona è stato presentato un nuovo progetto, in attesa di risposta del ministero, che prevede la realizzazione di altri 130 posti letto o più in zona Veronetta. Ed ancora con la Croce Verde, stiamo procedendo nell’area di via del Capitel con le richieste di autorizzazione al Comune per ulteriori 120 posti letto. Sono convinto che anche l’amministrazione comunale potrà fare la sua parte».
E se quello degli affitti è stato il tema catalizzatore della giornata, Nocini è tornato sul «voler garantire il diritto allo studio a fasce sempre più ampie di giovani. A fine mese presenterò una proposta per portare il valore soglia della “no tax Area” dagli attuali 22mila euro a 27mila euro. Adottando questa misura, secondo la mia proiezione e quella del direttore generale garantiremo a più di 8.500 studentesse e studenti la possibilità di frequentare l’Università gratuitamente». Ma il rettore non si è fermato. E ha rilanciato, con la proposta di «creare un tavolo interistituzionale che coinvolga, tutti gli attori, pubblici e privati, che ne vorranno far parte. E mi auguro che in questo caso l’indifferenza venga sconfitta. La sinergia con il territorio è parte integrante del nostro “essere Università”, non chiusa in se stessa, ma pienamente inserita nel contesto in cui opera». Invito, quello a fare la propria parte, colto dal sindaco Damiano Tommasi. «Noi ci siamo. Verona, vuole fare la sua parte, vuole mettere nelle condizioni le istituzioni nazionali e regionali di poter lavorare insieme all’Università per creare quei servizi richiesti dai ragazzi e dalle ragazze, che scelgano davvero questa città per poterci rimanere, non solo nel periodo universitario. Credo che Verona abbia tutto per essere attrattiva in questo senso e non può che legarsi alla volontà dell’Università», le sue parole. Con l’augurio del ministro Bernini dopo la cerimonia del tocco indossato dai docenti: «Più che un “ad maiora” questo sia un “ad maxima”».