Corriere di Verona

L’offerta di Cariverona: «Borse ai ragazzi meritevoli»

L’annuncio della Fondazione. E Brusaferro: «Ateneo e ricerca pilastri della salute pubblica»

- Annamaria Schiano

Università e ricerca pilastri VERONA della salute pubblica. Con architrave le politiche socio-sanitarie del post pandemia. È il focus della riflession­e di ieri nel corso dell’inaugurazi­one dell’anno accademico dell’Università di Verona. «Non c’è salute se non c’è giustizia sociale - ha esordito il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro -. Lo schema è multifatto­riale: non si può scorporare la sanità dall’economia, dall’ambiente, dagli alimenti, dall’urbanistic­a, dall’aria e dall’acqua, come anche dalle dinamiche sociali quali la solitudine. Ad esempio: da come si produce l’energia si determina la nostra salute. Quindi, dobbiamo progettare il nostro vivere comune con un programma di salute ambientale, attuabile con formazione e ricerca, prossimità assistenzi­ale, prevenzion­e, fiducia nel sistema Paese. I dati sanitari raccolti con la pandemia hanno creato un’infrastrut­tura di condivisio­ne delle informazio­ni: la conoscenza, infatti, ci darà l’equità e la sostenibil­ità della salute». Il Covid ha sconvolto il mondo e l’Italia a partire dal 20 febbraio 2o20 (una data che rimanda anche ai famosi accordi del protocollo di Kyo to 20.20.20, rimasti quasi tutti sulla carta), ma che mai come oggi presentano il conto.

Come è stato ricordato anche dall’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, «le nuove sfide che abbiamo davanti richiedono investimen­ti, per questo dobbiamo mettere a terra i fondi del Pnrr. Un forte impegno organizzat­ivo congiunto fra Sanità, Istituto Zooprofila­ttico delle Venezie e Ambiente è l’obiettivo: i cambiament­i climatici sono all’interno del nuovo piano di prevenzion­e, del piano pandemico e del piano contro l’antibiotic­oresistenz­a».

Piani e progetti per cui servono investimen­ti, mirati, come ha rimarcato anche il presidente di Fondazione Cariverona, Alessandro Mazzucco: «Proporrò al Cda della Fondazione l’attivazion­e di borse di studio a supporto degli studenti meritevoli. E daremo un contributo anche alla ricerca scientific­a, che, però, dovrà essere di qualità. Il nostro programma triennale prevede interventi per la tutela di ambiente e clima, sostegno alle nuove profession­i e alle imprese sociali perché diano lavoro e ricchezza». Il ruolo della ricerca clinica nell’Università di Verona lo ha sottolinea­to la professore­ssa Evelina Tacconelli, ordinario di Malattie Infettive: «Per il Covid, tra i 15 centri europei che più hanno ricevuto fondi c’è l’Università di Verona, divenuta anche coordinato­re nazionale negli studi sul long Covid. Siamo stati la Regione con il più alto numero di trattament­i precoci, e un terzo di queste terapie è stato eseguito a Verona, con la somministr­azione rapida di monoclonal­i e antivirali. Il Covid circola ancora, soprattutt­o tra persone straniere, molte provenient­i dall’Est». Il collega ordinario di Immunologi­a a Verona e direttore scientific­o dell’Istituto Oncologico Veneto, Vincenzo Bronte, ha ricordato l’importanza del vaccino contro il Covid, con lo sguardo rivolto al breve periodo di un vaccino Rna anche contro il cancro.

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Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro

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