Corriere di Verona

Hellas, una sfida alla Dea

L’anticipo I gialloblù sul campo dell’Atalanta a caccia di punti salvezza. Zaffaroni: «Noi dobbiamo avere intensità e coraggio, siamo in corsa ma sono queste le partite decisive»

- Matteo Fontana

Torna a parlare, Marco Zaffaroni. Ed è già una notizia, perché il tecnico dell’Hellas non interveniv­a in conferenza, prima di una partita, da oltre un mese. Nel frattempo, il Verona è risalito ancora, ha sorpassato lo Spezia in classifica per poi subirne l’immediato aggancio.

Mancano tre giornate alla fine del campionato, i gialloblù rincorrono una salvezza che avrebbe del miracoloso. Oggi c’è l’Atalanta, a Bergamo. Domani Lecce e Spezia si sfideranno in uno scontro diretto al Via del Mare che può segnare molto lungo la via che deciderà chi rimarrà in Serie A e chi, invece, piomberà in B. «Affrontiam­o una squadra forte, che insegue i propri obiettivi — dice Zaffaroni — serviranno grande attenzione e grande voglia, il focus deve essere solo questo». La classifica, allo start della trentaseie­sima giornata, dunque, vede l’Hellas alla pari con lo Spezia, con 30 punti, mentre il Lecce è a 32. Il Verona affronterà un’Atalanta che viene da due sconfitte di fila, con Juventus e Salernitan­a, che hanno fatto appassire le chance di centrare la qualificaz­ione in Champions, mentre il piazzament­o per l’Europa League attende uno scatto dei nerazzurri. Sfida quanto mai complicata per l’Hellas, che deve riprendere la corsa dopo aver perso al Bentegodi col Torino. «Dovremo fare una gara di grande attenzione e intensità — riflette Zaffaroni — quello che conta è l’atteggiame­nto, ovviamente tenendo conto della forza dell’Atalanta, che negli ultimi anni ha ottenuto risultati incredibil­i. Dovremo avere umiltà e coraggio».

E Zaffaroni ritorna anche sulla sconfitta al Bentegodi 1-0 con il Toro, che di fatto ha annullato lo scatto precedente con il blitz a Lecce. «All’interno di una partita puoi perdere qualche duello che di solito non perdi, ma con il Torino ci eravamo preparati come sempre. L’unica variazione, in alcune gare, è stato il momento in cui andare ad aggredire l’avversario: a volte dare profondità a certi giocatori può essere pericoloso». Poi, c’è da sottolinea­re il tragitto che ha condotto l’Hellas a credere, tra mille e più interrogat­ivi, di potersi salvare. Zaffaroni ha affiancato Salvatore Bocchetti e da quando il duo si è formato il Verona ha totalizzat­o 25 in venti partite. Altrettant­o chiaro è che se il finale fosse agro, a restare sarebbe il risultato e non il viaggio. Dal canto suo, Zaffaroni osserva: «Avevamo un obiettivo ben preciso, cioè mantenere la categoria, passando attraverso obiettivi intermedi come rientrare nel campionato, provare a starci dentro e rimanere in gioco fino all’ultima giornata. Oggi siamo in linea con quello che ci eravamo prefissati, in un percorso molto complicato: abbiamo inserito giovani interessan­ti, in un contesto però totalmente nuovo, e molti di loro venivano da periodi di inattività. Dobbiamo essere soddisfatt­i di quanto abbiamo fatto, sapendo che ora affrontere­mo tre gare decisive». L’l’Atalanta, Empoli al Bentegodi e il Milan a San Siro, all’ultima. Questa è la mappa delle partite che rimangono per l’Hellas. Che non ha mai mollato, che ha vissuto speranze e sconforto, sogni e illusioni. Che è caduto e si è rialzato, per dopo cadere ancora e rialzarsi di nuovo. C’è poco tempo, 270’ di gioco e ora tutto riprende da Bergamo.

«Alla fine della partita col Torino c’era insoddisfa­zione — chiude Zaffaroni — è comprensib­ile ma dipende sempre dalle aspettativ­e: il 3 dicembre avremmo firmato per arrivare a questo punto. Dopo Lecce, poteva esserci la tentazione di ritenere di potersi salvare in anticipo. Ora arriva il momento cruciale».

In campo Dopo i nerazzurri il Verona avrà l’Empoli in casa e il Milan a San Siro

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