Corriere di Verona

Virtus e playoff, pronti per il monday night

Dopo il 2-2 col Pescara di Zeman, il ritorno all’Adriatico. Casarotto: «È una partita aperta»

- Matteo Sorio

La Virtus sta già studiando il «monday night» di Pescara. Dove la sua miglior stagione di sempre può allungarsi oppure chiudersi. Stavolta bussano i rossoblù in casa di Zdenek Zeman, lui che giovedì sera confidava di aver visto «una Virtus che sembra una famiglia, c’è una bella atmosfera, tipica delle società che lavorano bene».

Compliment­i graditi ma che non danno punti. Quelli, la Virtus, se li dovrà prendere sul campo, lunedì, in Abruzzo. Dove sarà chiamata alla vittoria, unico viatico per i quarti di finale. A condizione che sia più allacciata agli esterni del tridente biancazzur­ro. In particolar­e al furetto Delle Monache, 18 anni, abruzzese di proprietà della Samp, l’uomo della doppietta al Gavagnin. Al suo primo graffio rispondeva­no capitan Danti e Casarotto, il secondo invece sanciva il pareggio a pochi minuti dal gong. «È un rimpianto. Con il 2-1 cambiava tutto, adesso dobbiamo vincere all’Adriatico ma sono convinto che noi abbiamo più fame di loro». La convinzion­e di Casarotto, tra i migliori dell’andata, è un auspicio che, in queste ore, si abbina all’idea che gli spazi del campo del Pescara, più larghi rispetto al Gavagnin, possano favorire gli sfoghi dei velocisti virtussini e attutire la pressione del Delfino. In tal senso il 25enne vicentino, tra le tante intuizioni felici di Gigi Fresco che l’estate scorsa l’ha preso dall’Eccellenza per farlo debuttare tra i profession­isti, potrà essere un fattore. «A Pescara sarà aperta» assicura Casarotto, che si rifà all’inizio di stagione per dire che «siamo stati ultimi in classifica, e non abbiamo mollato, quindi non molliamo nemmeno adesso che abbiamo un solo risultato utile». Vincente in stagione a Vicenza, Salò, Mantova e Padova, l’Adriatico è un’altra tappa prestigios­a, oltre che inedita, per la Virtus. Parliamo di uno stadio che ha vissuto sette stagioni di A e 22 di serie B tra la fine degli anni 70 e i Duemila.

Riflette, Casarotto, che «il Pescara è una squadra molto tecnica, gioca bene, negli ultimi 25’ al Gavagnin ci ha fatto faticare». La Virtus, del resto, aveva due gare in più sulle gambe e non a caso la giornata di ieri è stata dedicata al recupero delle energie. Dove si possono attaccare Palmiero e soci? «Negli spazi profondi e nell’uno contro uno», risponde Casarotto, che da quel punto di vista è un maestro e invita i compagni a «prepararsi a un match dove bisogna arrivare primi su ogni palla». Orfana della colonna di mediana Tronchin per squalifica, la Virtus dovrà andare di turnover. Perché tra catene laterali e centrocamp­o, due sere fa, si è annusata un po’ di fisiologic­a stanchezza: se il Pescara, da testa di serie, si è potuto riposare, i rossoblù si sono spremuti per eliminare Novara e Padova. La forza del gruppo di Fresco rimane l’ampiezza di soluzioni, specie davanti. Vedi Casarotto, che nel 2-2 del Gavagnin ha segnato il 17esimo gol di un rossoblù subentrant­e: uno dei numeri all’occhiello della Virtus.

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(Fotoland) In panchina Gigi Fresco e Zdenek Zeman

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